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11 Giugno 2024 - 08:46
NAPOLI. Dice di essere un «miracolato» Vincenzo Carmine Leone, l’avvocato di San Giovanni a Teduccio, che era in kayak con Cristina Frazzica quando un’imbarcazione li ha speronati uccidendo la donna. La sua testimonianza sarà fondamentale per cercare di rintracciare la barca che ha travolto e ucciso la sua amica. «A quelle persone direi: costituitevi, perché sicuramente si sono accorti di quello che era accaduto». A perdere la vita una ragazza di 30 anni lombarda, Cristina Frazzica, laureata in Biotecnologie, aveva scelto l'Academy della Federico II per specializzarsi e svolgeva un tirocinio nella sede campana dell'azienda farmaceutica Nouscom srl. La ragazza era a bordo di un kayak insieme all’avvocato quando i due sono stati investiti da una imbarcazione che ha proseguito la sua marcia senza fermarsi per prestare soccorso. È stata invece una barca che passava nei pressi del luogo dell’incidente a soccorrere il professionista caduto in mare e miracolosamente illeso seppure sotto choc. «Non mi sono reso conto di niente. Mi sono ritrovato a mare». Indagini della procura di Napoli e della Capitaneria di Porto stanno piano piano ricostruendo quegli istanti tragici. Nel frattempo un appello è stato rivolto a «eventuali testimoni» perché possano fornire elementi utili alle indagini per far luce sull'incidente avvenuto nel pomeriggio di domenica nel mare di Posillipo e nel quale ha perso la vita la 31enne di Voghera. A lanciarlo è stata proprio la Capitaneria di Porto di Napoli, impegnata nelle indagini coordinate dalla Procura partenopea volte a far luce sulla dinamica dell'accaduto. La pista maggiormente battuta al momento è quella di una collisione tra il kayak a bordo del quale si trovava la coppia e una barca che, dopo la collisione, ha subito lasciato il tratto di mare tra Villa Volpicelli e Villa Rosebery, residenza napoletana del Presidente della Repubblica. L'incidente è avvenuto poco dopo le 18, in un giorno della settimana e in un orario nei quali quel tratto di mare è abbastanza frequentato da diportisti, bagnanti e appassionati di kayak e canoa. Circostanza che lascia immaginare che ci possa essere stato qualcuno che, anche a distanza, possa aver visto o intravisto momenti dell'incidente e possa aiutare gli investigatori a chiarire quanto accaduto. L'invito quindi è a contattare la Guardia Costiera in caso di informazioni utili a individuare l'unità da diporto che avrebbe impattato contro il kayak, causando la morte della 31enne. Ma non si fermano certo le indagini della Capitaneria di Porto di Napoli, con il coordinamento della Procura partenopea. Il 33enne, soccorso da alcune persone a bordo di un'altra unità da diporto, le quali hanno immediatamente allertato la Guardia Costiera giunta in pochi minuti sul posto con due mezzi, sarà fondamentale per capire cosa è accaduto anche se la Procura sta chiedendo un permesso per analizzare i video delle telecamere di Villa Rosebery e di altre ville situate in quell’angolo della costa partenopea. Ieri gli uomini della Capitaneria hanno anche eseguito alcuni sopralluoghi presso ormeggi cittadini fra Borgo Marinari e Mergellina ispezionando i gommoni presenti in rada prestando particolarmente attenzione a quelli che alcuni hab fittano. La richiesta di porre la massima attenzione al traffico delle imbarcazioni da diporto lungo la costa della città viene da Nino Simeone, presidente della Commissione Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile del Consiglio comunale di Napoli. «La competenza in materia di sicurezza in mare spetta alla Capitaneria di Porto, ma proporrò all’assessore Cosenza di promuovere un tavolo tecnico per realizzare, lungo le coste di Napoli, percorsi protetti riservati alle canoe ed ai kayak, come già avviene ad esempio a Capri, e ridurre così il rischio di incidenti». E il tema della sicurezza in mare sarà affrontato anche nel corso della riunione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza pubblica che il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato per oggi, alle ore 13.
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