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13 Giugno 2024 - 09:01
Un piede in politica e uno nel “sistema”. Tra i nomi degli indagati finiti in arresto ieri mattina spicca senz’altro quello di Gennaro Manetta, 45enne noto all’Arenaccia come “Maradona”, ritenuto dagli inquirenti che hanno lavorato al caso il nuovo gestore della cassa del clan Contini. Manette fino al 2021 faceva parte del consiglio della municipalità 3, un incarico istituzionale che non gli avrebbe impedito di coltivare “amicizie” a rischio. La circostanza emerge da una lunga serie di intercettazioni, grazie alle quali sarebbe emerso il suo coinvolgimento negli affari del ras Carmine Botta. Il 7 ottobre 2022 gli indagati Luigi Perrotta e Mimmo Scutto discutono di una somma di denaro da consegnare a Gennaro Manetta o in alternativa a Gaetano Esposito detto “Nino”. Il secondo si trova in auto in via Filippo Maria Briganti e afferma: «Li tengo sopra... dopo glieli do a Maradona». «Ah, però non scordarti di farglieli segnare! Questi si imbrogliano le lingue dopo... hai capito al fratello! Sono due banane...», incalza Perrotta. «Nel brano successivo - scrivono gli inquirenti nell’ordinanza - gli interlocutori continuavano a fare riferimento a somme di denaro custodite da Scutto, probabilmente presso la propria abitazione, ma destinate a Gennaro Manetta, Maradona, individuato quale cassiere del clan». In un altro passaggio, infatti, Scutto e Perrotta fanno riferimento alla dazione delle mesate che Manette doveva corrispondere agli affiliati. Della distribuzione si sarebbe invece fatto carico Perrotta: «Ma Maradona non ci sta? Ora ci deve fare andare con questi soldi... ma mettili da una parte! Che ha detto, dove sta?». Dagli atti dell’indagine emerge però anche un altro importante retroscena: un’ambulanza utilizzata dal clan per la festa di inaugurazione di un negozio di abbigliamento. È uno degli episodi riportati nell’ordinanza a testimonianza dell’inserimento del clan camorristico Contini nelle dinamiche dell’ospedale San Giovanni Bosco. La vicenda risale a marzo 2023 ed è stata documentata da numerosi organi di informazione online, oltre che dal deputato Francesco Emilio Borrelli, che denunciava l’utilizzo improprio di un’ambulanza che a sirene spiegate percorreva il corso Umberto I fermandosi in corrispondenza di un negozio di nuova apertura, ad insegna “Amk”. Dal mezzo scendevano alcuni ospiti, cantanti neomelodici e tiktoker, invitati per l’inaugurazione dell’esercizio commerciale. Le indagini hanno permesso di verificare il coinvolgimento nella vicenda del 45enne Gennaro Manetta. Nell’ordinanza vengono ricostruiti i contatti tra “Maradona” e Raffaele Colella, amministratore unico della “Amk srl”; Colella, in compagnia del tiktoker Francesco Ciotola, annuncia a Manetta l’inaugurazione del nuovo negozio, chiedendogli la disponibilità di noleggiare un’ambulanza, specificando il motivo della singolare richiesta. Manetta si attiva per assecondare la richiesta, contattando Maurizio Scapolatiello, titolare della ditta di ambulanze private “Croce San Luca”; secondo quanto riferito da un collaboratore di giustizia, si tratta di «una ditta privata che non fa parte dell’ospedale e non potrebbe parcheggiare all’interno»; ma alla quale il clan Contini avrebbe «consentito la sosta» e avrebbe dato anche «appoggio all’interno del pronto soccorso».
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