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13 Giugno 2024 - 09:29
Tutto da rifare per il killer reo confesso. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato per la seconda volta la sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Davide Francescone, killer del clan Amato-Pagano ritenuto coinvolto, tra l’altro nell’omicidio di una vittima innocente, della camorra, Antonio Landieri, ammazzato a Scampia il 6 novembre del 2004, all’alba della prima faida. A Francescone venivano contestati anche cinque tentati omicidi commessi ai danni di Antonio Mangiacapra, Salvatore Engheben, Mauro Magiacapra, Vincenzo Trombetta e Giovanni De Rosa, feriti nello stesso raid in cui perse la vita il 20enne Landieri. Antonio Landieri, detto “Et”, a cui oggi è intitolato uno stadio a Scampia, fu ucciso di un’imboscata armata contro il clan Di Lauro. La condanna di primo grado per Francescone fu emessa il 4 ottobre 2018, quella di secondo grado l’8 settembre 2021, giudizi di merito che hanno visto condannati anche i vertici del clan che ordinò l’agguato, tra cui i boss scissionisti Raffaele Amato Cesare Pagano. L’8 febbraio 2023 la Suprema Corte, prima sezione penale, ha accolto solo il ricorso proposto da Davide Francescone, difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Luigi Senese, ordinando un nuovo giudizio limitatamente alla aggravante della recidiva, dinnanzi a un’altra sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli. I giudici confermarono di nuovo la condanna all’ergastolo, ma martedì sera i giudici capitolini hanno annullato per la seconda volta la condanna all’ergastolo ordinando il terzo giudizio di appello. Gli Ermellini in particolare hanno accolto la doglianza difensiva in merito alla contestazione, da parte della Corte d’assise d’appello, dell’aggravante della recidiva infraquinquennale: accusa che in precedenza non era stata formulata dalla procura. Secondo la difesa, in queto modo, sarebbe stato violato il diritto dell’imputato al contraddittorio. Antonio Landieri era nato nel quartiere Scampia; a causa di complicazioni dovute al parto, era stato colpito da una paralisi che gli procurerà numerose difficoltà motorie. Il 6 novembre 2004 muore, vittima innocente della camorra, con due proiettili alla schiena, in un agguato nel rione Sette durante la prima faida di Scampia. Fu scambiato, insieme ai suoi cinque amici, per un gruppo di spacciatori del rione. I suoi compagni furono tutti feriti alle gambe, mentre Antonio Landieri, a causa della sua difficoltà motoria fu l’unico a non poter scappare e per tale ragione fu raggiunto dai sicari. Ad illustrare le ragioni della spedizione armata terminata in tragedia furono numerosi collaboratori di giustizia, tra cui l’esecutore materiale e ras Gennaro Notturno. L’omicidio di un innocente e i cinque tentati omicidi furono ritenuti dai giudici di merito delitti di estrema gravità e non consentirono a Francescone, componente del commando, di evitare l’ergastolo, nonostante la confessione resa da nel giudizio di secondo grado. Oggi il killer rischia però di sfuggire per sempre a quella condanna.
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