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14 Giugno 2024 - 09:01
«Abbiamo restituito dignità a chi l’aveva perduta parlando di salari e di diritti, di salute e di clima, toccando le corde che gli elettori e ancor prima i cittadini si attendevano da noi». Sandro Ruotolo, neo-parlamentare europeo per la lista Pd Circoscrizione Sud, così commenta il voto elettorale. «Ho fatto una campagna per ricollocare i valori e la proposta del Partito democratico nelle periferie e sui territori. Il successo del Pd non può che rafforzare il processo di cambiamento impresso dalla segretaria Elly Schlein».
È un percorso nuovo per il Pd che porterà ad un cambiamento?
«Certo, ma adesso va curato il rapporto fra il partito e gli elettori, non solo quello del partito con gli eletti. Dobbiamo caratterizzarci sempre di più come testardamente unitari, anche mantenendo salda l’idea della costruzione del campo democratico con la sinistra e i 5 Stelle».
Chi l’ha sostenuta in questa competizione?
«La maggioranza Schlein, di certo non mi ha aiutato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, con tutto il suo sistema di potere. Questo imprimatur elettorale ci aiuterà a trasformare questo partito in cui contano di più i consiglieri regionali che i segretari di federazione».
Fondi strutturali e di investimento. Quali le priorità da finanziare con questi strumenti?
«Al Sud mancano asili nido e l’istruzione è carente. Gli asili nido sono finanziati dai fondi del Pnrr, ma poi c’è il taglio delle risorse ai Comuni orchestrato dai ministri Giorgetti e Fitto che colpisce quelli che hanno avuto i fondi del Pnrr. Per cui siamo all’assurdità che con i fondi del Pnrr costruisco le mura dell’asilo nido, poi i Comuni dovrebbero spendere per fare le assunzioni ma per i tagli decisi dal Governo non possono farlo. Poi la sanità, dove secondo me la situazione più incredibile è quella calabrese con 14 anni di commissariamento durante i quali abbiamo avuto due aziende sanitarie sciolte per mafia»..
Insomma la priorità è il welfare?
«Secondo me sì. Noi abbiamo bisogno della progressività fiscale, non della flat tax, e di politiche industriali per favorire le aree di crisi. Abbiamo un’idea di Europa che non è quella dei nazionalisti. Quando dovevo spiegare a chi mi è venuto ad ascoltare in campagna elettorale qual è l’idea di Europa che abbiamo, ho detto: quella della pandemia. Quella che quando l’Italia è entrata in crisi con il lockdown ha detto agli italiani di non preoccuparsi, di spendere e dare sostegno all’economia. E poi quella di spendere di più al Sud che al Nord, perché la locomotiva del Nord è fallita e lo abbiamo visto durante la pandemia».
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