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Incidente in Kayak, la famiglia di Cristina: «Ci battiamo per la verità»

Incidente in Kayak, la famiglia di Cristina: «Ci battiamo per la verità»

«Non abbiamo parole per quanto accaduto, ci sentiamo vuoti e totalmente impotenti. Ci teniamo a sottolineare che Cristina, laureata in Biotecnologie, era stata selezionata per il percorso di formazione Pharmatech Academy dell’università Federico II, destinato a formare figure professionali altamente qualificate nella ricerca, nella produzione di farmaci a Rna e nella terapia genica, e svolgeva il tirocinio nella sede campana dell'azienda farmaceutica Nouscom srl. Il mare era la sua passione e, approfittando della bella giornata, aveva deciso di fare un giro in kayak con un amico. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e siamo sicuri che presto emergerà la verità. Per ora non riusciamo a darci pace: andremo fino in fondo per capire cos'è successo». Così la famiglia di Cristina Frazzica, la 30enne travolta da un'imbarcazione al largo di Posillipo, mentre si trovava su un kayak insieme a un amico in una dichiarazione diffusa da Giesse Risarcimento Danni. Giuseppe Vacca, di Giesse ha infatti confermato che la sua agenzia sta «offrendo massimo supporto alla famiglia, sia umano che professionale, in un momento per loro difficilissimo. Abbiamo nominato un legale, Gianluca Giordano del foro di Santa Maria Capua Vetere, e incaricato un consulente tecnico di parte, il medico legale Maurizio Saliva, per l'autopsia che il sostituto procuratore della Repubblica, Vincenzo Toscano, ha fissato per oggi, alle 13. È ancora presto per rilasciare dichiarazioni e nessuno vuole puntare il dito contro qualcuno. Siamo certi che la magistratura analizzerà ogni aspetto della vicenda, senza tralasciare nulla». Quella della famiglia Frazzica appare un po’ come una risposta alle affermazioni rilasciate dall’avvocato Guido Furgiuele, unico indagato in questa vicenda che continua a presentare dei punti non chiari. Gli investigatori, dopo aver visionato i filmati, puntano molto sull’esito dell’esame autoptico dal quale potrebbero emeregere particolari significativi.  Furgiuele in ogni caso ha sostenuto che nè lui nè i suoi ospiti si sono accorti di nulla e che hanno solo visto un uomo in mare sbracciarsi e chiedere aiuto e per questo ha fermato la barca ed è tornato indietro. Anche sulla velocità a cui andava l’imbarcazione le versioni sono contrastanti. Carmine Leone che era in kayak con Cristina ha detto di aver visto la prua della barca, una prua di colore blu, alzata in planata; Furgiuele asserisce invece che la sua barca, un Vega di 18 metri, non è strutturalmente veloce e che lui procedeva piano.  Anche la distanza dalla costa sarà presa in considerazione dopo ulteriori visioni dei filmati provenienti da Villa Rosebery al largo della quale è avvenuto l’incidente. 

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