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16 Giugno 2024 - 18:19
NAPOLI. A distanza di quindici anni la procedura di estensione dell’estradizione è stata definita e per Raffaele Amato “’a vecchiarella”, capo indiscusso del clan degli Scissionisti insieme al parigrado Cesare Pagano, arriva la nuova stangata. Il boss si è visto notificare ieri mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per cinque fatti di sangue registrati a cavallo tra la prima e la seconda faida di Scampia. In particolare le contestazioni riguardano l’omicidio di Salvatore Ferrara, capopiazza del clan Di Lauro, e il contestuale ferimento di Ugo De Lucia e Antonio Caldieri, ma anche gli omicidi di omicidi di Luigi Magnetti e Carmine Fusco, oltre alla detenzione e al porto illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico degli Amato-Pagano. Gli omicidi e i ferimenti al centro dell’indagine condotta dai carabinieri sono avvenuti a Secondigliano, nella zona del Perrone, e ad Arzano, rispettivamente il 25 settembre 2007 e il 9 febbraio 2008. Per quei delitti Raffaele Amato era già stato arrestato nel 2009, ma all’epoca, come rilevato dalla sua difesa in sede di Riesame, non era ancora arrivata l’estensione dell’estradizione e intanto il ras, in esecuzione del Mandato di arresto europeo spiccato a suo carico, era già stato consegnato dalla Spagna all’Italia. I giudici della Libertà avevano quindi annullato il provvedimento cautelare, anche il boss era comunque rimasto detenuto: sulla sua testa, infatti, caddero in seguito anche altre accuse di omicidio, per sei delle quali è stato poi anche condannato. Raffaele Amato, vale però la pena ricordarlo, allo stato attuale non ha ancora rimediato alcuna condanna definitiva all’ergastolo: anzi, il suo fine pena è fissato al 2035. Un termine che potrebbe però presto allungarsi alla luce delle ultime accuse arrivate. La svolta sui tre omicidi, maturati nell’ambito della faida tra i Di Lauro e la Vanella Grassi, è arrivata grazie alle dichiarazioni rese in questi anni da alcuni collaboratori di giustizia, i quali hanno inquadrato Raffaele Amato come uno dei mandanti. Sul punto, importanti delucidazioni sono state fornite da Carmine Cerrato, ex killer degli Scissionisti, che il 4 dicembre 2010 ha parlato dell’agguato costato la vita a Ferrara e nel quale rimasero feriti anche Ugo De Lucia e Antonio Caldieri: «Ho appreso che questo omicidio doveva avvenire qualche giorno prima mentre mi trovavo nel nostro covo a Mugnano. Ricordo che venne Totore ’o marenaro, zio di Luigi Magnetti ’o mocillo, il quale si appartò con i capi Cesare Pagano e Raffaele Amato... Quando ’o marenaro andò via i due capi tornarono nella casa e si misero nel salotto a parlare... Io sentii Raffaele Amato dire che Totore voleva da loro la decisione di ammazzare il nipote Luigi Magnetti, che non rispettava la sua autorità nella gestione criminale della zona della Vanella Grassi... Sempre Raffaele Amato disse che avrebbero fatto uccidere da Magnetti un nipote di De Lucia e poi, come richiesto da ’o marenaro, avrebbero fatto uccidere Magnetti».
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