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«Abortire a Napoli? Uno strazio»

«Abortire a Napoli? Uno strazio»

L’artista Linda Feki racconta la sua esperienza, prima al San Paolo e poi al Cardarelli, sui social. Il direttore generale D’Amore: «Le ho chiesto un incontro. Grande attenzione per questi percorsi, ogni anno 300 casi»

NAPOLI. La storia di Linda Feki, conosciuta come Lndfk, ha scosso il mondo dei social network dopo che ha raccontato la sua esperienza definitia «straziante» nei due ospedali di Napoli, il San Paolo e il Cardarelli, ai quali si è rivolta per abortire. Il suo post su Instagram ha fatto il giro del web, raccogliendo oltre 160mila like e migliaia di condivisioni. È arrivata la risposta dell'ospedale Cardarelli, che ha chiesto un incontro con Linda per raccogliere la sua testimonianza.

LA DENUNCIA SOCIAL. Il racconto di Linda, 33enne musicista napoletana, inizia all'ospedale San Paolo, dove si è recata tre mesi fa per abortire. «Il ginecologo che mi ha visitato scrive è partito chiedendomi se avessi un partner e quale lavoro facesse. Nessuno ha chiesto il mio nome. Nessuno ha chiesto di verificare il mio documento per accertarsi che non fossi minorenne. Ha aggiunto all'ecografia due settimane a quelle effettive, a voce ne ha aggiunte due e per iscritto ne ha aggiunta un'altra ancora, invitandomi a riflettere sul fatto che essendo arrivati così avanti significava che volessimo tenerlo. Ho deciso di ripetere l'ecografia da un ginecologo privato che mi ha spiegato che quello dell'ospedale aveva inserito dei parametri errati anche per far apparire l'immagine del feto più grande di quanto fosse in realtà».

Linda ha quindi deciso di andare all'ospedale Cardarelli dove, racconta, «scopro che accettano casi di Ivg solo il mercoledì perché negli altri giorni ci sono solo obiettori. Non mi è stata somministrata la pillola abortiva perche con i tempi d'attesa, dato il numero della domanda rispetto alla possibilità di soddisfarla, non ci stavo più dentro. Devo operarmi in anestesia totale». La 33enne descrive la sua esperienza in ospedale «tanto terrificante da farmi dubitare di ripetere un Ivg se mi fosse ricapitato perché il personale sanitario rende volutamente scoraggiante l'accesso a quello che dovrebbe essere un diritto di autodeterminarsi». Racconta ancora Linda Feki che «hanno avvisato la mia famiglia in sala d'attesa un'ora dopo la fine dell'intervento. Dopo l'operazione ho chiesto all'infermiera di staccarmi la flebo e mi ha risposto: Sono obiettrice», ed è andata via.

LA REPLICA DEL CARDARELLI. L'ospedale Cardarelli ha risposto alla vicenda sottolineando che ogni anno oltre 300 donne si affidano a loro per interrompere la gravidanza in modo volontario. Il percorso prevede un colloquio con assistente sociale e una visita ambulatoriale, con possibilità di Ivg farmacologico o chirurgico in base alle esigenze della donna. Sulla vicenda interviene oggi l'ospedale Cardarelli, che in una nota ricorda come siano «oltre 300 le donne che ogni anno si affidano all’ospedale Cardarelli di Napoli per interrompere la gravidanza in modo volontario. Per loro è previsto il percorso indicato dalla legge: colloquio con assistente sociale e visita ambulatoriale (al Cardarelli è il mercoledì, ma in caso di urgenza si effettua anche in altri giorni); percorso di Ivg farmacologico o, se il medico non lo ritiene opportuno, percorso chirurgico ogni giorno della settimana, in base alle esigenze della donna e alle opportunità organizzative».

Il dg dell'Azienda ospedaliera, Antonio d'Amore, dichiara: «Abbiamo grande attenzione per questo percorso perché riteniamo sia importante che un ospedale come il nostro, estremamente qualificato e di valenza nazionale, garantisca in ogni giorno dell’anno il diritto all’Ivg per le donne che lo scelgono. Sappiamo che il momento dell’interruzione volontaria di gravidanza è estremamente delicato e per questo riteniamo sia importante avere feedback sul nostro percorso. In quest’ottica ho chiesto a Linda Feki di incontrarci; le testimonianze dei pazienti ci hanno già aiutato a migliorare diversi servizi e possono essere preziose anche in questo caso". Presso l’ospedale Cardarelli, conclude la nota, "sono quattro i ginecologi che effettuano il servizio di Ivg, garantendo l’attività ogni giorno dell’anno, in base alle esigenze delle donne e alle necessità organizzative».

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