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09 Settembre 2017 - 18:29
L'avvocato Angelo Pisani, difensore della famiglia del tifoso ammazzato da Daniele De Santis, contesta le motivazioni dei giudici nella sentenza della Corte d'appello di Roma contro l'omicida
"Usare il termine 'bravata' è un'offesa alla memoria di un ragazzo ucciso dalla criminalità e per negligenza dei responsabili dell'organizzazione di una partita di calcio finita nel sangue". Così l'avvocato Angelo Pisani, difensore della famiglia di Ciro Esposito, commentando le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Roma, che ha ridotto di 10 anni la pena per Daniele De Santis. "Sto seriamente pensando di abbandonare la toga - spiega Pisani - esperienze come quella del processo per la morte di Ciro Esposito, così come il provvedimento sul piccolo Salvatore Giordano, morto per responsabilità morale della politica, ti fanno capire che continuare, in casi come questi, può voler dire agli occhi dei meno esperti rendersi complici involontari del massacro della giustizia". Per i giudici della Corte, quella dell'ultrà della Roma De Santis, 'Danielino', è stata solo 'una bravata'. Altro che bravata". Secondo Pisani "non era certo un ragazzino con la pistola ad acqua e bastava solo guardare i suoi precedenti. Di fronte a simili interpretazione sarebbe più rispettoso, per il sangue versato dalle vittime, abbandonare la toga e continuare a credere solo nella giustizia divina", conclude l'avvocato Pisani.
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