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14 Settembre 2017 - 15:23
L'ex dirigente Consip accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti della centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione
Un anno e otto mesi di reclusione. È la pena patteggiata da Marco Gasparri, l'ex dirigente Consip accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti della centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione. L'accusa nei confronti dell'imputato è quella di aver ricevuto, tra il 2012 e il 2016, complessivamente 100mila euro per curare gli interessi dell'imprenditore Alfredo Romeo in Consip. La decisione presa stamani dal gup Rosalba Liso, rappresenta la prima sentenza sulla vicenda. Intanto resta fissata per il 19 ottobre la prima udienza del processo ad Alfredo Romeo, l'imprenditore accusato di corruzione insieme a Gasparri.
M5S: PRIMA SENTENZA DIMOSTRA LA VALIDITà DELL'IMPIANTO ACCUSATORIO. «La prima sentenza dell'inchiesta Consip, con il patteggiamento dell'ex dirigente, Mauro Gasparri, dimostra la validità dell'impianto accusatorio portato avanti dai magistrati. Nonostante gli esponenti Pd e il suo segretario, un giorno sì e l'altro pure, continuino ad accusare le toghe e ad insinuare sospetti sul corretto lavoro delle forze dell'ordine, nel tentativo di sviare l'attenzione dalle indagini sugli amici e parenti dell'ex premier, gli inquirenti continuano a fare luce sulle pesanti responsabilità intorno all'appalto più grande d'Europa». È quanto affermano in una nota i deputati M5S della commissione Affari costituzionali. «Ora i dem che diranno? Con chi se la prenderanno? Probabilmente continueranno a rimanere in silenzio, perché comprendiamo che cresca l'imbarazzo, in una vicenda inquietante in cui sono coinvolti anche Tiziano Renzi, il ministro dello Sport, Luca Lotti, il comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette, ed altri componenti del giglio magico», concludono.
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