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Caso Consip, Woodcock indagato per falso

Caso Consip, Woodcock indagato per falso

Il pm sarebbe coivolto nella manipolazione dell'informativa sul padre di Renzi

ROMA. Nuova accusa per il pm della Procura di Napoli, Henry John Woodcock. Non solo rivelazione del segreto istruttorio, ma ora è accusato anche di falso insieme al maggiore dei carabinieri Scafarto. Le accuse sono gravi: per la Procura di Roma, il pm napoletano sarebbe coinvolto nella manipolazione dell’informativa stilata da Scafarto che riguarda il papà dell’ex premier Renzi.
Intanto, la procura di Roma esaminerà all’inizio della prossima settimana i nuovi documenti inviati a piazzale Clodio dal Consiglio superiore della magistratura sul caso Consip che contengono il verbale dell’audizione della procuratrice di Modena Lucia Musti nella quale il magistrato punta il dito contro l’ex ufficiale del Noe Gianpaolo Scafarto e il colonnello “Ultimo” per aver fatto presunte pressioni anti Renzi. In quella sede i responsabili del procedimento decideranno se inserire i materiali in uno dei fascicoli già aperti sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione o farne un’indagine separata.
SCOPPIA LA POLEMICA. Intanto, dopo la pubblicazione dei verbali d’audizione, infuria la polemica. «Complotto è una parola che non ho mai utilizzato e non la utilizzerò adesso». Il verbale di un’audizione della procuratrice di Modena Lucia Musti su Consip di fronte al Csm inchioda l’ex ufficiale del Noe Scafarto e il colonnello “Ultimo” per aver fatto presunte pressioni contro Matteo Renzi, ma il segretario Pd sceglie di «non utilizzare il linguaggio della demagogia». Il tempo è galantuomo e la verità verrà a galla, va ripetendo l’ex premier da quando gli inquirenti hanno aperto il fascicolo sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, che coinvolge - tra gli altri - il padre di Renzi, Tiziano, e il suo braccio destro Luca Lotti, accusati di rivelazione di segreto d’ufficio. «Assoluta stima» nell’arma dei Carabinieri e «fiducia» nei giudici, quindi. Ma una consapevolezza: «Quelli che volevano usare Consip per gettare fango addosso a me vedranno nei prossimi mesi questo fango ritorcersi contro. Lo scandalo Consip è nato per colpire me, ho l’impressione che finirà per colpire quelli che hanno falsificato le prove per colpire il presidente del Consiglio», scandisce. Se il segretario del Pd sceglie di non attaccare frontalmente chi ha svolto le indagini, è però tutto il suo partito a scendere in campo. «Gli stralci di atti del Consiglio Superiore della Magistratura hanno dell’incredibile e, se veri, sono di una gravità inaudita - dice il presidente dei senatori dem Luigi Zanda - Dovremmo concludere che negli anni passati c’è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica. In altri tempi si sarebbe parlato di eversione, se non di peggio». Gli fa eco Lorenzo Guerini: «Se i fatti riportati dagli organi di stampa su alcuni aspetti delle inchieste Concordia e Consip fossero confermati saremmo di fronte a una vicenda di gravità inaudita, di una vicenda che assumerebbe i tratti di un’azione che parrebbe ordita per colpire un Presidente del Consiglio, spero che la verità emerga in tempi ravvicinati perché è evidente che la delicatezza istituzionale di questa vicenda merita chiarezza». Mentre Michele Anzaldi annuncia un’interrogazione ai ministri della Difesa e dell’Interno. Anche dai bersaniani di Mdp, di certo non benevoli con Renzi, vengono parole chiare. «Emerge un quadro inquietate, va accertata subito la verità», dice Giovanni Melilla. Tra le opposizioni, poi, si registra la posizione dei verdiniani di Ala: «Siamo di fronte a preoccupanti attacchi alla democrazia - sottolinea - Emergono elementi che fanno terribilmente pensare a un qualcosa di simile a un sovvertimento della democrazia». Ad essere «eversivo» per il M5s, invece, è l’atteggiamento del Pd contro la magistratura: «Renzi e i suoi accoliti si esercitano in un grave tiro al bersaglio contro gli inquirenti e le forze dell’ordine, cercando - è l’accusa - di depistare l’attenzione dalle gravi responsabilità del gliglio magico nella vicenda».
IL MINISTRO CHIEDE CHIAREZZA. Le frasi di “Ultimo” che ha respinto ogni illazione e chiamato in causa il pm Musti, hanno scatenato un putiferio e il ministro della Difesa Roberta Pinotti - ribadendo gratitudine all’Arma «che ha sempre dimostrato, e continua a dimostrare, grande fedeltà al proprio ruolo» - ha di fatto invitato il comando generale a «valutarne l’opportunità», cosa che sicuramente verrà fatta. Il Pd, in un’interrogazione, chiede se quelle dichiarazioni siano state autorizzate e «valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del Paese». 

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