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«La faida decisa a tavolino da cinque boss»

«La faida decisa a tavolino da cinque boss»

Parla Gennaro Notturno: il primo delitto fu Luigi Aliberti. E sposta di un mese la data dell'inizio della guerra a Scampia

NAPOLI. La faida di Scampia, una delle più dure guerre di camorra di Napoli, fu decisa a tavolino in un anonimo appartamento del Lotto T/B di via Fratelli Cervi a Secondigliano. Lo racconta Gennaro Notturno, il pentito della camorra che quindici giorni fa ha deciso di passare dalla parte dello Stato. Un racconto il suo ricchissimo di particolari e per ora top secret. Sono racconti che possono “far male” alla vecchia camorra, al sistema della malavita di Secondigliano che detta legge grazie ai traffici di sostanze stupefacenti. Ecco il motivo per il quale i suoi verbali sono al vaglio dei magistrati e potrebbero aprire scenari fino ad ora ancora improbabili. Innanzitutto sulla data dell’omicidio che ha scatenato la guerra delle Vele. Tutti l’hanno fatta risalire al duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, avvenuto il 28 ottobre del 2004 ma invece l’agguato che secondo Notturno aveva scatenato le ostilità fu quello di Luigi Aliberti, uomo del clan Di Lauro. 

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