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Ciro Esposito, la madre a Mattarella: ci dia un segno di giustizia

Ciro Esposito, la madre a Mattarella: ci dia un segno di giustizia

Antonella Leardi scrive al Presidente: l'interpretazione della legge ha offeso la memoria di mio figlio

«Come madre sono avvilita, come cittadina sono disgustata, indignata, furiosa per come non la giustizia, ma l'interpretazione della legge abbia offeso la memoria di mio figlio, Ciro Esposito, e irriso il dolore e l'attesa di giustizia di noi, suoi parenti, e degli italiani». Così scrive Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, tifoso del Napoli morto dopo 50 giorni di agonia in ospedale per le ferite riportate negli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia 2015 a Roma, in una lettera rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in qualità di «presidente del Consiglio superiore della Magistratura». Ricordando la sentenza d'appello per Daniele De Santis, tifoso romanista riconosciuto colpevole dell'omicidio di Ciro Esposito, «quasi non volevamo credere - scrive Antonella Leardi - che un tribunale avesse ridotto da 26 a solo 16 anni la pena per l'assassino di mio figlio. Aspettavamo le motivazioni di quella incomprensibile sentenza, per capire. E ora le abbiamo. No, signor Presidente, non accetto, non posso consentire che la tragedia che ha distrutto la nostra famiglia sia definita 'una bravata' dal tribunale che doveva renderci conto del crimine e del dolore che ha cambiato le nostre vite; è un insulto che un omicidio sia ridotto a malaugurata azione “dimostrativa"». 

Antonella Leardi, rivolgendosi al Presidente Mattarella, ricorda l'omicidio del fratello Piersanti, chiedendo: «Lei riesce a dimenticarsene? Riesce a svegliarsi la mattina senza pensare: lui non c'è? Riuscirebbe a tollerare che nelle motivazioni per l'omicidio di suo fratello si potessero leggere banalizzazione della sua tragedia e della vita soppressa con termini quali “bravata", azione “dimostrativa", persino l'individuazione di gesti “gioiosamente" compiuti nel corso dell'aggressione che si conclude con l'assassinio?». «Se la legge consente questo - scrive Leardi - la legge è sbagliata. Signor Presidente, credo in Dio e prego anche per chi ci ha fatto del male; sono stata educata a essere una cittadina rispettosa dello Stato, quale bene comune; e così ho educato i miei figli. Ma se non dovessi avere nemmeno da lei un segno di maggiore giustizia, quando scatterete ritti dinanzi al tricolore o per l'inno nazionale, non si sorprenda se io mi girerò di spalle», conclude la madre di Ciro Esposito.

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