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Protocollo per gli immigrati, è scontro

Protocollo per gli immigrati, è scontro

La Lega in piazza contro il documento de Magistris-Minniti: 30 milioni a 2mila migranti sono uno scandalo. Il sindaco: non è vero che togliamo lavoro ai napoletani

NAPOLI. È stato siglato a Napoli il protocollo d'intesa tra il ministro degli Interni Marco Minniti, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e 265 sindaci della Campania, per l'accoglienza dei richiedenti asilo. "La scelta di trasformare i clandestini in lavoratori socialmente utili è uno scempio che non permetteremo mai. De Magistris si occupi dei problemi dei campani e Minniti pensi alla sicurezza del Paese. Noi faremo tutto quanto in nostro potere per bloccare questa vergogna. Non si possono destinare 30 milioni di euro per 2.000 immigrati quando c'è tanta gente in questa terra che fatica ad arrivare alla fine del mese". Lo dichiara la deputata della Lega Giuseppina Castiello che durante la conferenza stampa di presentazione della firma del protocollo ha consegnato un contro-documento per protestare contro questa scelta. Dal canto suo, il sindaco di Napoli, de magistris, ha spiegato che «non è vero che con questo protocollo si toglie lavoro ai nostri cittadini. Anzi è esattamente il contrario sempre di più nel segno del riscatto che parte dalla cultura - sostiene il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris - Rifugiati e migranti possono contribuire alla ricchezza economica dei nostri territori non sottraendo lavoro a nessuno». Sul caso è intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini: "30 milioni di euro per dare lavoro a 10mila in 265 Comuni della Campania. Con milioni di italiani senza casa e senza lavoro. Vergogna. Questo razzismo contro gli italiani.E la Lega stamattina ha manifestato a Napoli contro questa schifezza". 

Contro la firma del protocollo sono scesi in piazza i militanti della Lega che hanno esposto manifesti davanti al Maschio Angioino di Napoli, dove è arrivato Minniti. BNon solo. Dal lato opposto della strada c'erano anche i disoccupati del movimento 7 novembre: “No alla guerra tra poveri; lavoro per tutti” recitava il loro striscione mentre intonavano cori contro i leghisti.

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