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10 Gennaio 2018 - 18:55
Secondigliano, lo spazio per giocare a calcio è così rovinato che nessuno ci entra
NAPOLI. Uno spazio pubblico peggio che negato: aperto, incustodito e fatiscente con il rischio per i ragazzi di farsi male sul serio soltanto entrandoci. Il campetto da calcio del Rione dei Fiori a Secondigliano va inserito, di diritto, nella classifica iridata dei beni comuni abbandonati e vandalizzati della città. Sorto diversi decenni fa nel cuore del “Terzo Mondo’’, quartiere fra le altre cose eretto simbolo del potere di cosche criminali secondiglianesi come quelle dei Di Lauro l’impianto sportivo, gestito dalla VII Municipalità Secondigliano-Miano-San Pietro, è così malmesso che nessuno oramai ci fa più caso. È come se fosse un fatto oramai acclarato, destinato a non sovvertire mai la sua storia. Ma la visione non certo panoramica fa comunque un certo effetto: entrandoci, cosa più facile che lavarsi i denti al mattino peraltro visti i numerosi varchi ricavati dalle fu recinzioni, si nota subito come una delle due porta si regga in piedi soltanto perché i pali sono appoggiati alla rete esterna. La pavimentazione (il campo infatti è in asfalto) è scoscesa in alcune parti con mattoni divelti e piccole pozzanghere presenti qua e là che sono il lascito della pioggia dei giorni scorsi. La presenza del cancello d’ingresso, anch’esso cascante, è superflua viste l’assenza di barriere. Ci sono anche pezzi di vetro pericolosamente abbandonati in terra. Un bambino, con la sua beata ingenuità, volendo soltanto dare quattro calci ad un pallone può essere ignaro del pericolo per la propria incolumità cui va incontro. Fra le altre cose, a completamento dell’immagine di oblio del posto, la vicinanza con il parco pubblico dedicata ad Emilia Laudati, una delle vittime più giovani della strage di Secondigliano del 23 gennaio 1996, delle cui difficili condizioni Il Roma ha scritto nei giorni scorsi. Proprio come il parco anche il campetto, l’unico in zona a disposizione dei ragazzini del Rione dei Fiori, si trova soltanto a poche decine di metri dalla sede del consiglio della VII Municipalità del presidente Maurizio Moschetti.
Segno tangibile della mancanza di fede della rinascita del campetto da calcio sono le parole della Rosaria, una cittadina 30enne del posto. «Oramai questa zona – dice la donna che lì a spasso con il suo cane - sembra sempre più abbandonata. Mi ricordo che mio fratello, più grande, di me, veniva a giocarci qui oltre vent’anni fa e già allora il campetto dava i primi segni di decadenza. Adesso è anche peggio e non s’è fatto mai niente per recuperarlo. Dicono non ci siano soldi per ristrutturarlo, ma uno spazio per i giovani del rione non può rimanere così: deve essere riqualificato». Eppure, alla fine del 2017 l’Assessorato allo Sport del Comune di Napoli retto da Ciro Borriello produsse una delibera stanziando 1,5 milioni di euro circa per recuperare alcune strutture sportive in diversi quartieri cittadini dall’area Ovest alla zona Est passando per il comprensorio Nord e Capodimonte. Al momento, invece, nulla sembra previsto per quello del Rione dei Fiori, con il campetto destinato a rimanere da “Terzo Mondo’’, proprio come da sempre viene denominato il quartiere nel cuore di una Secondigliano che in alcuni meandri resta abbandonata al proprio triste destino.
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