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20 Gennaio 2018 - 20:18
Polemiche a Frattamaggiore. Il Movimento 5 Stelle attacca il sindaco, Del Prete replica. Si va verso una soluzione conciliativa
FRATTAMAGGIORE. Il Tar Campania annulla gli atti di esproprio di una parte dell’area dove sono state costruite le case di edilizia economica e popolare. Le ragioni: «Non sarebbero stati avvertiti dell’esproprio i proprietari che hanno fatto ricorso al Tribunale amministrativo. In realtà si tratta di un lotto che interessa solo una delle 14 cooperative che stanno realizzando gli appartamenti sulla strada che collega a Sant’Arpino. La decisione del Tar ha subito suscitato i commenti della minoranza. Così Rosario Capasso, portavoce M5S (che non siede in consiglio comunale) accusa: «Si configura il reato di danno erariale. È una vita che ci occupiamo di questa situazione, ravvisando le evidenti incongruenze con le abituali procedure. A Frattamaggiore si pensa solo a costruire, prima ancora di ottenere la documentazione. Si sovvertono le priorità. Le opere di urbanizzazione arrivano quando i palazzoni hanno già coperto il suolo. Intanto, si comincia a speculare, mettendo in vendita garage e appartamenti prima ancora della conclusione delle opere, come abbiamo ampiamente dimostrato» commenta Capasso. «ll sindaco, insieme ai suoi fidi scudieri, nella scorsa consiliatura si era scagliato contro le cooperative con un manifesto a sua firma, che era stato affisso in città, dove si gridava alla scandalo, salvo poi cambiare idea appena arrivato al potere. Occupando la poltrona di primo cittadino ha improvvisamente cancellato il malumore, firmando addirittura una proroga per il completamento dei lavori. Confidiamo in un sussulto di dignità. Dimettetevi state distruggendo la nostra città» conclude il portavoce cittadino del Movimento.
Pronta la reazione del sindaco Marco Antonio Del Prete: «Molteplici imprecisioni sul commento alla recente sentenza del Tar Napoli n. 414 del 2018 emessa in tema di Piano di edilizia economica popolare (Peep). L’annullamento degli atti impugnati dalla proprietà espropriata non coinvolgono la validità ed efficacia del Piano ma rilevano nei soli confronti dei ricorrenti in relazione all’espropriazione del proprio suolo di metri quadri 750 su 113.873 totali, ovvero molto meno dell’1%. Il contenzioso origina da mero errore materiale di trascrizione dell’atto di assegnazione del suolo in proprietà differita imputabile all’Agenzia del Territorio-Ufficio Provinciale di Napoli; la collocazione temporale dei fatti risale all’anno 2012, anteriormente all’insediamento di questa amministrazione che comunque, con senso di responsabilità, fronteggerà l’emersa problematica».
«Nulla è compromesso - si legge ancora nella nota del primo cittadino - Dall’emessa pronuncia non deriva affatto l’obbligo della restituzione del suolo non avendo formato oggetto di giudizio. È precipuo interesse della Cooperativa assegnataria convenire con la proprietà espropriata la cessione bonaria del suolo. In ogni caso, resta attivabile il procedimento di acquisizione sanante del cespite che recupera nell’alveo della legittimità l’occupazione dello stesso il cui onere economico grava unicamente sulla Cooperativa assegnataria ai sensi di legge e per conforme assunto obbligo negoziale, che in materia non è titolare di alcun diritto risarcitorio nei confronti dell’Ente» conclude Del Prete. Dunque la vertenza è destinata ad avere una soluzione conciliativa tra le parti e non un prosieguo al Consiglio di Stato.
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