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Aneurisma aortico, artisti uniti per combatterlo

Aneurisma aortico, artisti uniti per combatterlo

Ospedale del Mare, uno screening per riconoscerlo e affrontarlo ai primi sintomi

NAPOLI. «L’aneurisma aortico è una patologia sudbola. Molte delle morti improvvise sono provocate da questo problema che è asintomatico. Ci si accorge di essere a rischio soltanto attraverso un’ecografia o appena si arriva in ospedale. Se accade in casa, purtroppo l’evoluzione è in molti casi letale». A dirlo è Francesco Pignatelli (da destra nella foto con Pietra Montecorvino, Daniela Riccardi ed Eugenio Bennato), responsabile dell’Unità operativa complessa di Chirurgia vascolare presso l’Ospedale del Mare. Proprio per diffondere la conoscenza di questo nemico della salute, si terrà a Piano di Sorrento l’iniziativa, varata in collaborazione con le Asl Napoli 1 centro e Napoli 3 Sud, denominata SANApoli, che vedrà anche momenti di spettacolo sotto la direzione artistica di Daniela Riccardi.
Dottor Pignatelli, come nasce il progetto che presenterete?
«Nasce dall’esigenza di far conoscere questo tipo di patologia. Per questo, abbiamo coinvolto personaggi dello spettacolo in spot che saranno diffusi attraverso Metronapoli e nei cinema. Si tratta di inviti a farsi controllare senza creare allarmismi. Il primo appuntamento è a Piano di Sorrento e poi ci sarà, a marzo-aprile, quello di Napoli. Tra gli artisti che hanno aderito ci sono Eugenio Bennato, Pietra Montecorvino, Lucio Allocca, Lucio Caizzi, Francesco Paolantoni e Rosalia Porcaro».
Torniamo all’aneurisma: che incidenza ha a Napoli e in Campania?
«Ci sono molti casi, anche se è difficile fare una stima. Di sicuro non sono pochi i casi che ci arrivano in Pronto soccorso e anche da altri ospedali».
Cosa occorre fare in questi casi?
«Bisogna subito operare anche se quanto si rompe l’aorta il rischio di mortalità è davvero elevato. Se si scopre in tempo, attraverso accertamenti, l’evoluzione è positiva. Per questo occorre fare uno screening accurato».
E fino ad ora c’è stata una campagna capillare di informazione?
«Sono stati fatti degli screening ma limitati a determinate fasce della popolazione e in tempi non ampi. Rispetto al passato c’è più informazione ma non è ancora sufficiente. Occorre fare di più. Per questo abbiamo pensato di lanciare SANApoli».

 

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