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Via Bosco di Capodimonte, a rischio i fondi per il restyling

Via Bosco di Capodimonte, a rischio i fondi per il restyling

La denuncia del consigliere Acampora (Terza Municipalità): tutto fermo da 7 anni per un contenzioso

NAPOLI. I cittadini di Capodimonte rischiano di perdere circa 671mila euro di fondi destinati al rifacimento di via Bosco di Capodimonte (nella foto) una delle strade più importanti del quartiere che attendeva da anni la conclusione della transazione tra Comune di Napoli e la ditta che doveva eseguire i lavori. Lo ha denunciato il consigliere della terza Municipalità Gennaro Acampora. A seguito dell’apertura del contenzioso legale, infatti, saranno i giudici a dover decidere sul proseguimento dei lavori, una decisione che, in ogni caso, non arriverà a stretto giro. «Il progetto fu approvato nel 2008, durante la giunta Iervolino - spiega Acampora - nel 2011 cominciarono i lavori per la riqualificazione del Borgo, per un ammontare totale di circa 900mila euro. Con l’insediamento di de Magistris ci fu la sospensione dei lavori che, fino a quel momento, erano costati circa 300mila euro. Da sette anni si attende il prosieguo dei lavori per i 2/3 restanti - prosegue - e nel corso del tempo lo stato delle strade non ha fatto altro che peggiorare. Nonostante l’ottimo lavoro fatto dal direttore del Museo di Capodimonte, ad oggi il nostro Borgo non è assolutamente pronto ad accogliere turisti. A ottobre 2017 abbiamo inviato una denuncia alla Procura della Repubblica. Ci è stato risposto che c’era una transazione in atto tra la ditta che si era aggiudicata l’appalto sette anni fa e il Comune. A fine dicembre questa transazione è fallita dal momento che la ditta chiedeva soldi non ricevuti in questi anni e il Comune non disponeva delle liquidità necessarie». Da qui il contenzioso civile aperto dai costruttori nei confronti del Comune risultato inadempiente ai suoi obblighi contrattuali. Una situazione estremamente ingarbugliata quella di Capodimonte che potrebbe vedere la sua naturale conclusione con la rescissione del contratto da parte del Comune e l’affidamento dei lavori ad una nuova ditta. Ipotesi, però, poco percorribile dal momento che Palazzo San Giacomo non dispone delle liquidità necessarie a far fronte alle fortissime penali da pagare in caso di rescissione unilaterale del contratto d’appalto. «È vergognoso. In sette anni l’amministrazione de Magistris ha più volte affermato che sarebbero ripresi i lavori nel più breve tempo possibile, le ennesime promesse andate a vuoto».

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