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Musei, Bellenger: burocrazia mette in ginocchio l'Italia

Musei, Bellenger: burocrazia mette in ginocchio l'Italia

Sulla legittimità della nomina di direttori stranieri nei musei italiani dovrà decidere l'Adunanza Plenaria. Il commento del direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte

NAPOLI. «La decisione odierna del Consiglio del Stato è l'ennesima dimostrazione che la burocrazia in Italia mette in ginocchio il Paese, crea una grande incertezza per le competenze venute dall'estero, dopo aver lasciato solide e prestigiose posizioni professionali per candidarsi alla guida dei musei italiani. Tutto questo è gravissimo e nuoce moltissimo all'Italia e agli italiani​». Lo dichiara il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger commentando la decisione del Consiglio di Stato che sulla legittimità della nomina di direttori stranieri nei musei italiani ha rimandato la sentenza all'Adunanza Plenaria. «I successi della riforma Franceschini sono sotto gli occhi di tutti - aggiunge Bellenger - e non solo in termini numerici, come aumento dei visitatori, ma anche in termini di visibilità: i musei, le loro preziose collezioni, le mostre e le altre attività sono tornati nella coscienza e nel dibattito pubblico dopo molti anni. Noi continuiamo a lavorare sereni agli importanti progetti pluriennali sul museo e sul bosco, perché una seria politica culturale non si improvvisa, ma si programma almeno per il quinquennio successivo».​

IL MINISTRO FRANCESCHINI. «In Italia è davvero difficile fare le riforme. La selezione internazionale che ha portato alla guida dei più grandi musei italiani, direttori italiani e stranieri ha dato grandi risultati in termini di visitatori, di attività scientifica e diqualità dei servizi che sono stati apprezzati in tutto il mondo. Quest'ultima decisione del Consiglio di Stato rimette in discussione quello che era già Stato deciso quindi riapre il tema della possibilità di nominare direttori stranieri a guidare museiitaliani quando italiani dirigono i più grandi musei del mondo». A dichiararlo è il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini. «Confido nella scelta finale della magistratura - sottolinea Franceschini - ma veramente non diamo una bella immagine nel mondo». La decisione, spiega il ministro, è stata rimessa all'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che si terrà nei prossimi mesi. Ma, conclude il ministro, «trasmettiamo un senso di indeterminatezza su una riforma che ha funzionato, che ha portato a grandi risultati, che è stata apprezzata in tutto il mondo». 

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