Crollo Rampa Nunziante, revocato il divieto di dimora
10 Febbraio 2018 - 16:04
Il crollo di Torre Annunziata: interrogato l’architetto Bonzani che adesso può tornare in città
TORRE ANNUNZIATA. Nuovo interrogatorio e revoca della misura cautelare: rientra a Torre Annunziata l’architetto Massimiliano Bonzani. Questo è il provvedimento emesso dal gip Antonio Fiorentino del Tribunale di Torre Annunziata, che ha accolto la richiesta dell’avvocato Gennaro Ausiello, difensore del professionista accusato di aver presentato falsi documenti per attestare una presunta nuova situazione catastale del palazzo crollato lo scorso 7 luglio causando 8 morti, e raggiungo il 22 gennaio scorso da un’ordinanza di divieto di dimora in Campania. Tutto si riferisce al crollo della palazzina della Rampa Nunziante a Torre Annunziata, nel quale rimasero uccise otto persone: la famiglia Guida (Pasquale, la moglie Anna Duraccio ed i figli Francesca e Salvatore), i Cuccurullo (l’architetto Giacomo, la moglie Edy Laiola e il figlio Marco) e la signora Pina Aprea.
L’INTERROGATORIO. Giovedì, infatti, l’architetto Bonzani aveva fornito un nuovo interrogatorio ai magistrati che indagano sul crollo, i pm Silvio Pavia e Andreana Ambrosino, alla presenza anche del super perito nominato dalla Procura oplontina guidata dal procuratore capo Alessandro Pennasilico, ovvero il professore Nicola Augenti.
Proprio l’esperto, che sta preparando la perizia che stabilirà le cause del crollo, era presente all’interrogatorio e ha posto precise domande, alle quali Bonzani non si è sottratto. Il nuovo provvedimento del gip arriva a pochi giorni dall’udienza fissata dinanzi al tribunale del Riesame di Napoli, prevista martedì, e riguarda la sola accusa di falso.
LAVORI ABUSIVI. Per la Procura, infatti, il professionista non avrebbe «esitato a riportare false attestazioni in ordine alla legittimità urbanistica del fabbricato e della rappresentazione della situazione di fatto dello stabile in una serie di atti, indirizzati ad uffici pubblici (Comune di Torre Annunziata e Agenzia delle Entrate), consentendo così ai proprietari la realizzazione di interventi edilizi del tutto abusivi e ottenendo un aggiornamento catastale non corrispondente alla reale situazione dell’edificio». Sulla vicenda del crollo, comunque, restano indagati tutte e 13 le persone iscritte dalla Procura nel corso delle indagini.
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