Tutte le novità
23 Marzo 2018 - 10:06
Microspie non bonificate. “’O cavallaro” voleva inquinare anche l’inchiesta sul delitto di Fulvio Montanino
di Luigi Sannino
NAPOLI. È l’ultima frontiera, il baluardo finale per resistere alla pressione sempre maggiore di inquirenti e investigatori. Il depistaggio attraverso lo stesso strumento, tra i più efficaci utilizzati nel corso delle indagini: le microspie. Uno stratagemma di cui durante l’inchiesta culminata nel blitz del 1 marzo scorso si sono serviti, ma senza successo, Giovanni Cortese “’o cavallaro”, ras del clan Di Lauro, e Aniello Apredda. Ma l’attenzione degli uomini dello Stato è aumentata ancora di più perché il tentativo di inquinamento delle prove potrebbe ripetersi. In sostanza Giovanni Cortese si è accorto che nell’autovettura da lui abitualmente usata c’era una microspia e invece di bonificare la macchina, come generalmente succede in casi del genere, ha fatTo finta di nulla, continuando a parlare in maniera tale da depistare gli investigatori. I quali, inizialmente perplessi, hanno poi capito il trucco.
CONTINUA A LEGGERE SUL ROMA IN EDICOLA O SUL GIORNALE ONLINE
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo