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24 Marzo 2018 - 09:58
Il figlio di "Ciruzzo 'o milionario" viene scarcerato per la seconda volta in nove mesi
di Luigi Sannino
NAPOLI. Nessun pentito lo chiama con quel soprannome,“Terremoto”, e così Salvatore Di Lauro ha potuto lasciare il carcere di Secondigliano. I giudici del tribunale del Riesame hanno dato ragione al suo av-vocato, Vittorio Giacquinto, che ha sostenuto come non esista alcuna certezza sull’identificazione del figlio del boss “Ciruzzo 'o milionario” sulla base delle sole intercettazioni telefoniche. Già a giugno scorso uno dei più giovani tra i 10 rampolli del padrino Paolo era tornato in libertà per lo stesso motivo, sempre nell’ambito della stessa inchiesta. Detenzione e libertà per Salvatore Di Lauro, almeno per la vicenda giudiziaria in corso, ruotano intorno al soprannome. Se nessun collaboratore di giustizia, anche tra gli ex affiliati al clan Di Lauro, lo chiama “Terremoto”come può essere sicura la Dda che si tratti proprio di lui? Ecco l’argomentazione principale, ma non l’unica, che potrebbe aver convinto il Riesame a riaprire le porte del carcere per il 30enne. Uno dei 14 destinatari della misura cautelare che colpì il clan il 1 marzo scorso per traffici di droga in combutta con esponenti della “Vanella Grassi” e dei Pesce-Marfella di Pianura. Un’operazione che ha sostanzialmente retto all’esame dei giudici della Libertà, tranne che per il personaggio di maggiore spicco.
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