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A Napoli oltre 8mila strutture ricettive, solo 800 sono autorizzate dal Comune

A Napoli oltre 8mila strutture ricettive, solo 800 sono autorizzate dal Comune

Affittacamere senza autorizzazione penalizzano anche le casse comunali. B&B e albergatori: bisogna aumentare i controlli

di Dario De Martino

NAPOLI. Non è tutto oro quel che luccica. La marea di visitatori che è arrivata in città ha sicuramente portato soldi a tutto l’indotto, ma potrebbero portare ancora di più nelle tasche dei napoletani e pure il quelle di Palazzo San Giacomo che languono. Basta guardare i numeri forniti da FederAlberghi Napoli che attraverso un’indagine ha evidenziato come le strutture ricettive in città, presenti sui principali portali di intermediazione turistica (Tripadvisor, Airbnb, Booking, Expedia, Hotels.com), sono 8562. Un numero esorbitante se rapportato alle 800 strutture ricettive autorizzate dal Comune di Napoli (di cui 150 alberghi e 650 extralberghiero). Nelle 8562 strutture sono però compresi anche gli appartamenti privati. Quindi non si tratta solo di strutture abusive, ma si percepisce la presenza di un sommerso, nel mondo del turismo, completamente fuori controllo. E pure la tassa di soggiorno, prevista dal bilancio di previsione approvato settimana scorsa anche per le locazioni brevi oltre che B&B e albergatori, non aumenta seriamente gli introiti per le casse di Palazzo San Giacomo senza un serio contrasto all’abusivismo. 

Nel suo bilancio alla fine delle feste pasquali lo sottolinea anche Agostino Ingenito (Abbac, l’associazione dei bed & breakfast e affittacamere della Campania): «È stata una Pasqua “bassa”, arrivata presto, e siamo attorno all’80% di occupazione delle nostre strutture, rispetto all’over-booking dell’anno scorso, ma non per una perdita di appeal della città, ma piuttosto per il periodo in cui è capitata la Pasqua», dice Ingenito, che a proposito dell’abusivismo sottolinea: «Noi B&B abbiamo l’obbligo di esporre il cartello relativo alla tassa di soggiorno e la polizia municipale sta facendo tantissimi controlli in questo senso. Il paradosso è che magari accanto ai B&B autorizzati, ci sono soggetti totalmente abusivi che non denunciano le persone alloggiate, non pagano tassa di soggiorno, non pagano tasse speciali e subiscono pure pochi controlli».

D’altronde, quando pochi giorni fa Federalberghi sviluppò il suo studio, anche il presidente Antonio Izzo aveva chiesto all’amministrazione una stretta sugli “abusivi”: «Per fare una lotta concreta all’abusivismo basterebbe dotarsi di un software  come quello che abbiamo utilizzato noi per lo studio. Ci vuole solo la volontà di fare qualcosa. Le Istituzioni  nella sostanza sono riuscite a fare ben poco nonostante i numerosi e costanti solleciti. Per ora l’unico provvedimento che hanno fatto è accordarsi con AirBnb per la riscossione dell’imposta di soggiorno. Accordo utile per rimpinguare il totale dell’imposta di soggiorno incassato, che arriverebbe a sfiorare i 9 milioni di euro. Un ottimo risultato se, però, sapessimo come vengono utilizzati questi soldi. Invece abbiamo informazioni sommarie ed evasive. Confidiamo nella costituzione di un DMO (Destination Management Organization), strumento essenziale per lo sviluppo del turismo cittadino».
dadema
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