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10 Aprile 2018 - 12:48
Due gruppi in lotta per il controllo delle tangenti ai guardamacchine. Ma resta in piedi la pista della vendetta per il furto di uno scooter
di Luigi Nicolosi
NAPOLI. L’ipotesi del racket ai ras della sosta piomba sull’indagine che dovrà fare luce sulla tremenda sparatoria avvenuta domenica sera in via Chiatamone. Dieci colpi di pistola esplosi con la movida ancora in pieno svolgimento per lanciare un messaggio a prova di equivoco: sull’affare del parcheggio abusivo c’è poco da scherzare. Soprattutto adesso che, con la recente introduzione delle strisce blu “a spine di pesce”, il business sembra essersi notevolmente ridimensionato.
LA NUOVA IPOTESI. È questa, dunque, la pista che Procura di Napoli sta battendo in queste ore con sempre maggiore convinzione. Il fascicolo sul caso è stato affidato al sostituto della sezione Criminalità comune, Sergio Amato. Stando alle indiscrezioni fin qui trapelate, il pistolero che domenica sera ha fatto fuoco in mezzo al traffico potrebbe quindi non essere un “semplice” invasato pronto a vendicarsi per il furto del proprio scooter, bensì un uomo di camorra arrivato sul posto con un chiaro intento: avvertire l’attuale clan egemone nella zona che gli equilibri in atto potrebbero presto subire uno scossone. In ballo c’è del resto un giro d’affari imponente, quello delle tangenti da imporre ai parcheggiatori abusivi di via Chiatamone e Santa Lucia. Introiti che ogni settimana, soprattutto durante il week end, oscillano tranquillamente nell’ordine delle migliaia di euro. Qualcuno - è questo lo scenario su cui sta lavorando l’ufficio inquirente - potrebbe adesso aver deciso di allungare le proprie mani su quella fetta di torta e malaffare. Certo, i tempi non sono ancora maturi per azzardare ipotesi in merito a eventuali mandanti o esecutori. Il quartiere, anche nel recente passato, è stato però teatro di violente tensioni tra la famiglia Elia del Pallonetto e gli eterni rivali del clan Mazzarella. Il tutto “condito” da non sporadiche incursioni dei gruppi di “mala” operativi al rione Traiano. Una vera e propria polveriera, il cui schema rischia oggi di riproporsi.
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