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Tre colpi di pistola a Porta Capuana: è la risposta all'agguato contro Mazio

Tre colpi di pistola a Porta Capuana: è la risposta all'agguato contro Mazio

Alcuni proiettili si sono conficcati in una finestra. Si riaccende la guerra dei Giuliano contro i Mazzarella

di Luigi Sannino

NAPOLI. Una “stesa” notturna a piazza Capuana come conseguenza del tentato omicidio mattutino di Vincenzo Mazio junior, ammesso che domenica si sia verificato un agguato e non un incidente o un tentato suicidio. Ma la pista principale, dopo una giornata e una notte di indagini, conduce sempre di più a un botta e risposta tra i clan Giuliano e Mazzarella. Nonostante, va sottolineato, il ferito sia incensurato; è imparentato però con due giovani, Michele e Salvatore Mazio, legati ai nemici della storica cosca di Forcella e ai Buonerba. Così, forse per un incontro casuale, ci sarebbe stata la sparatoria che ora costringe il 19enne in un lettino d’ospedale al Loreto Mare in gravi condizioni. Ipotesi e ricostruzioni, almeno per il momento, non sono definitive. Gli investigatori stanno ultimando gli accertamenti sul ferimento di Vincenzo Mazio junior partendo dalla convinzione che non si sarebbe trattato di un tentato suicidio e che qualcuno abbia fatto sparire le macchie di sangue.  Mentre, sempre la polizia sta indagando sulla “stesa” di piazza Capuana poco dopo la mezzanotte, tra domenica e lunedì. A dare l’allarme sono stati diversi abitanti della zona e in particolare del palazzo al civico 4, dove un proiettile si è conficcato nella finestra dell’abitazione al quarto piano di un 70enne incensurato ed estraneo alla criminalità organizzata. Lui stesso lo ha ben specificato agli uomini dell’Upg della questura giunti per primi sul posto. L’anziano era in casa e ha raccontato di aver sentito dei rumori che gli sembravano colpi d’ama da fuoco e ha chiamato il 113. La “Scientifica” ha recuperato il bossolo e constatato che effettivamente un proiettile si era conficcato nella finestra. Ma è l’unico punto fermo nella vicenda perché in strada non ne sono stati trovati altri  e le testimonianze, oltre che generiche, non sono concordanti. C’è chi dice di aver sentito una sola “botta”, altri parlano di più colpi. L’ipotesi di un’esplosione susseguente a una lite in strada non regge perché nessuno ne parla e la traiettoria dello sparo, dall’alto verso il basso, tenderebbe a escluderla. Non essendoci certezze però, si indaga anche su questo. Anche se la pista più probabile, per il poco tempo trascorso tra i due episodi, fa pensare a un collegamento. 
Vincenzo Mazio junior potrebbe essere rimasto vittima di un avvertimento trasversale, diretto a un suo parente o conoscente. O essersi trovato in mezzo a una discussione tra malavitosi che è degenerata. Lui non risulta legato ai Mazzarella-Buonerba, come alcuni parenti che abitano però in quartieri diversi: a Poggioreale o a Forcella. Cugini di secondo grado: Salvatore Mazio detto “Totore” e Michele Mazio detto “Michelino”. Il primo coinvolto nell’inchiesta sulla faida tra i Sibillo e i Buonerba; il secondo per l’accusa di aver sparato contro i poliziotti di una Volante in via Murialdo durante una notte brava che si concluse con il suo arresto. 

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