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15 Maggio 2015 - 22:48
Il fatto è accaduto a Terni. Salvini: vanno rispediti a casa loro
TERNI. Un bambino di 12 anni di origine senegalese, secondo quanto comunicano i carabinieri di Terni in una nota, avrebbe aggredito una sua coetanea ieri all'uscita da scuola dicendole di togliersi il crocifisso che portava al collo e colpendola con una mossa di Karate alle spalle. La ragazzina è stata portata in ospedale per una forte contusione e giudicata guaribile in 20 giorni. Secondo quanto si apprende lo studente senegalese vive a Terni con la famiglia da diversi anni, non solo regolarmente presente in città ma anche ben integrata con il tessuto sociale. Sul fatto indagano i carabinieri di Terni.
SALVINI. All’attacco il leader della Lega, Matteo Salvini. «Se non ti sta bene che porto il crocifisso tornatene a casa tua col primo barcone e non permetterti di mettere le mani addosso ad una ragazzina di 12 anni», ha detto nel corso di un comizio a Perugia, dove ci sono stati anche tafferugli. Alcuni contestatori hanno cercato di picchiare simpatizzanti leghisti che si stavano allontanando dalla piazza. La polizia si è messa tra i due gruppi, ma in altri punti della piazza ci sono stati disordini sedati dalle forze dell'ordine presenti con un imponente servizio d'ordine.
VESCOVO. Per il vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese «prima di ogni giudizio è necessario capire come realmente sia avvenuto il fatto, le dinamiche e il contesto in cui si è verificato. Un gesto certamente grave da stigmatizzare che non va però né ingigantito né minimizzato, e tanto meno strumentalizzato». Secondo il presule, l'episodio «deve essere inquadrato nelle relazioni educative adolescenziali, nelle dinamiche che avvengono tra i ragazzi che hanno mondi propri e che sono in una delicata fase di crescita e formazione. Dinamiche adolescenziali che non di rado fanno proprio leva sulla diversità di razza, religione, appartenenza o altro e che a volte sfociano in gesti anche violenti come questo».
PRESIDE. «Non credo sia una tragedia nazionale. Credo anzi sia un episodio che esula dai motivi religiosi. Un fatto grave, ma che non può adesso creare un mostro», ha detto all'Adnkronos la dirigente scolastica dell’istituto frequentato dai due bambini. «Certo è un fatto grave, che però secondo me è riconducibile più ad un problema di integrazione del bambino che a motivi religiosi. Nei giorni scorsi aveva già litigato con la stessa bambina. Forse non si sono capiti su qualcosa, forse sono semplici dinamiche tra ragazzi. E in questo forse abbiamo sbagliato anche noi, che dovevamo vigilare di più. Poi questa incomprensione è finita alle mani. E questo ovviamente è grave. Ma non ne facciamo una tragedia nazionale». «Del fatto del crocefisso – ha aggiunto la dirigente – ha parlato solo la mamma della bimba, che è stata di fatto l’unica testimone dell’accaduto. Io ci ho parlato, ho parlato anche con i genitori del ragazzo, che ha iniziato qui in classe il 27 aprile scorso. Viene dal Senegal, dove viveva con i nonni, e con il ricongiungimento è arrivato in Italia. Non parla nemmeno italiano, per questo credo sia difficile integrarsi per lui. I genitori li conosco, sono integrati e sono in Italia da tantissimo tempo. Anche la loro figlia viene qui a scuola con noi».
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