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Sospeso il sostegno al Kestè, Caliendo: «Così rischio la chiusura, ricorrerò al Tar»

Sospeso il sostegno al Kestè, Caliendo: «Così rischio la chiusura, ricorrerò al Tar»

L'imprenditore del centro storico che denunciò i suoi estorsori: «Ci difenderemo a oltranza»

NAPOLI. Le denunce per tentata estorsione, le ritorsioni contro di lui e i suo locale e 20 anni dopo, la beffa: in ministro ha annullato il sostegno nei suoi confronti. È la denuncia fatta da Fabrizio Caliendo, fondatore del Kesté, testimone di giustizia e attivista civico.  Caliendo è pronto a ricorrere al Tar contro la decisione del ministero dell’Interno di sospendere gli aiuti nei suoi confronti. Caliendo spiegherà la vicenda che lo vede coinvolto e la battaglia che porterà avanti per rispondere alla decisione del ministero in una conferenza stampa annunciata per martedì, insieme con  l’avvocato Alberto Saggiomo che curerà il ricorso al Tar del Lazio. In una nota, diffusa anche su Facebook chiedendo sostegno anche a tutti i clienti e gli ammiratori del popolarissimo locale del centro storico, viene ricordato come «dopo un primo dovuto aiuto, Caliendo ha intrapreso una lunga procedura burocratica per la prosecuzione dei ristori, dovuti per compensare i danni subiti come ritorsione e intimidazione in conseguenza agli arresti effettuati per la tentata estorsione alla sua attività. Giungendo però il totale diniego da parte dello Stato, oggi è messa a rischio il prosieguo della storica attività, simbolo di cultura, aggregazione e resistenza contro la camorra». Caliendo sottolinea nella nota come la sua sia una «“difesa a oltranza” prima dalla camorra e dalla collusione, poi dalla distrazione e superficialità dello Stato» e come «gli ultimi sviluppi mettono a rischio il prosieguo dell’attività».
 
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