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Omicidio Tommasino, clamorosa sentenza della Cassazione: la camorra non c'entra

Omicidio Tommasino, clamorosa sentenza della Cassazione: la camorra non c'entra

Annullati gli ergastoli ai killer. Uno di loro ha cominciato a collaborare con la giustizia pochi giorni fa

CASTELLAMMARE DI STABIA. Fu assassinato il 3 febbraio del 2009, davanti agli occhi del figlio 12enne, a distanza di sei anni, la Cassazione stabilisce che quello del consigliere comunale Gino Tommasino non fu un delitto di camorra. Non fu il clan D'Alessandro a ordinare il delitto e sono stati annullati gli ergastoli ai killer condannati per quell'agguato. La sentenza della Corte di Cassazione solleva numerosi interrogativi e rinvia alle motivazioni della clamorosa decisione con la quale che Catello Romano e Renato Cavaliere, quest'ultimo ritenuto l'esecutore materiale che recentemente ha cominciato a collaborare con la giustizia, hanno visto annullati gli ergastoli a cui erano condannati in primo grado e confermati con il secondo grado di giustizia. Ora la pena dovrà essere ricalcolata dai giudici della Corte d'Assiste d'Appello di Napoli.

La sentenza iniziale prevedeva per i due killer l’aggravante di tipo camorristico, che però ora è decaduta. Se il delitto del consigliere comunale del Pd non fu ordinato dallai camorra, si apre un altro inquietante capitolo nella storia della città delle acque. Tutto questo starà probabilmente già spiegando ai giudici il nuovo pentito che sparò a Tommasino: Renato Cavaliere.

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