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11 Giugno 2015 - 16:20
Ascoltati anche due testimoni dai pm napoletani. Ma il patron di Lazio e Salernita vuole essere sentito
NAPOLI La Digos di Napoli su ordine della Procura partenopea ha sequestrato ieri venti computer e decine di fascioli: si cercano tracce che possano portare prove del reato contestato a Claudio Lotito, presidente della Lazio e della Salernitana, iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura della Repubblica di Napoli per il reato di testata estorsione. Secondo i magistrati partenopei Vincenzo D'Onofrio, Vincenzo Ranieri, Danilo De Simone e Stefano Capuano, che lavorano sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, Lotito avrebbe esercitato pressioni sui presidente della Lega Pro utilizzando come arma i contributi federali erogati dalla Figc alle societa' di calcio. E proprio ieri nel corso delle perquisizioni alla Federcalcio, a casa di Lotito e a Formello, sede della Lazio, sono stati sequestrati decine di fascicoli con all'interno documenti relativi all'erogazione dei contributi. Sono stati ascoltati come persone informate sui fatti il segretario della Figc, Antonio Di Sebastiano e un consulente della Federcalcio.
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