Tutte le novità
10 Giugno 2015 - 19:43
Al centro dell'indagine il ruolo svolto dal capoclan Domenico Pagnozzi
NAPOLI. Domani 11 giugno la Suprema Corte di cassazione, V sezione penale, presieduta dal dottor Nappi, sarà chiamata a stabilire se a Roma si è radicata la “camorra”, se questa operi stabilmente nella capitale come più volte ribadito alla stampa di recente dal Procuratore capo dott. Pignatone . Come si ricorderà l’inchiesta denominata “camorra capitale” portò qualche mese orsono ad un numero di arresti superiore ( ben 61) a quello dell’altra inchiesta che ha sconvolto la città di Roma, “mafia capitale”. Numerosissime sono le fonti di prova , rappresentate da intercettazioni, video riprese, servizi di pedinamento e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, rappresentate in oltre 120 mila pagine di cui è composto l’impressionante carteggio curato dagli inquirenti, indagini sfociate in una corposissima ed articolata ordinanza di custodia cautelare di oltre mille pagine, confermata in toto dal Tribunale del riesame di Roma. Tra i reati contesti ci sono quelli di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al narcotraffico, numerosissimi \episodi droga, riciclaggio, estorsioni, usura , intestazioni fittizie ed armi. Adesso si è in attesa di conoscere anche i giudici di legittimità convalideranno il meticoloso lavoro degli inquirenti. Il boss campano Pagnozzi Domenico è ritenuto dalla Dda romana al vertice della cupola capitolina il quale, alla luce dell’articolato ricorso per cassazione redatto nel suo interesse dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, ha anche chiesto alla quinta sezione della Suprema Corte di cassazione di rimettere la decisone del ricorso alle Sezioni Unite alla luce della particolare importanza delle questioni giuridiche trattate , sviluppate in ben undici motivi di impugnazione. In particolare, l’avv. Vannetiello ha eccepito che per ritenere configurabile il reato di associazione camorristica e/o mafiosa è necessario che questa debba esteriorizzare in loco ( nel caso di specie nella città di Roma ) la sua mafiosità mediante atti violenti capaci di creare timore nella popolazione non essendo sufficiente la capacità di intimidazione che la camorra ha nei territori di provenienza. Con il verdetto atteso nella serata di domani si avrà conferma o meno delle infiltrazioni camorristiche giunte sino al luogo ove viveva e vive l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Infatti, oggetto di sequestro è stato il bar “il Tulipano”, sito nel rione Monti, luogo di incontro degli associati, oltre ad essere stati sequestrati esercizi commerciali siti anche nel centro di Roma, tra cui una nota gioielleria a Piazza Barberini.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo