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Pistolettate e bomba carta: nuova guerriglia a Napoli Est

Pistolettate e bomba carta: nuova guerriglia a Napoli Est

Terrore a piazza Mercato, 18 colpi sotto casa della famiglia Caldarelli. Ordigno all'alba in un bar di San Giovanni: è la faida tra i Rinaldi e i Mazzarella

di Luigi Sannino

NAPOLI. Due episodi che potrebbero essere collegati e hanno fatto rimpiombare, tra l’altra notte e l’alba, nel terrore la parte orientale della città dopo una breve pausa. Prima gli spari a raffica contro uno stabile in via Padre Ludovico da Casoria, nella zona delle Case Nuove al Mercato; poi un ordigno artigianale esploso all’ingresso di un bar sul corso san Giovanni a Teduccio. Nel primo caso, nel palazzo al civico 34, abitano i Caldarelli, di cui alcuni componenti sono ritenuti legati ai Rinaldi, in guerra con i Mazzarella. Mentre nel secondo caso la proprietaria è incensurata e lo scoppio, che ha danneggiato notevolmente la parte anteriore del locale, potrebbe essere legato a una richiesta di “pizzo”. La donna ha però dichiarato di non avere mai ricevuto minacce di alcun genere e fino a prova contraria il suo racconto deve essere ritenuto veritiero.

NOTTE DI TERRORE. Andiamo in ordine di tempo. Il primo allarme scatta alle 23 di mercoledì (l’altro ieri) in via Padre Ludovico da Casoria. Al 113 arrivano diverse segnalazioni di sparatorie e sul posto gli agenti della prima Volante intervenuta subito appurano che non ci sono ferite. Si è verificata la classica “stesa” e nel mirino è finito lo stabile al civico 34, dove già il 3 dicembre 2017 avvenne un altro grave episodio. Allora scoppiò un potente ordigno che danneggiò il cancello d’ingresso e il balcone dell’appartamento al primo pisano di Antonio Caldarelli. Allora gli investigatori ipotizzano che a compiere il pesante atto intimidatorio furono sponenti del clan Mazzarella, ritenendo il gruppo Caldarelli alleato dei Rinaldi. E le indagini scattate l’altra sera, condotte dai poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato guidato dal vice questore Picone, non possono che partire da quella considerazione, condivisa anche dagli inquirenti della Dda. A terra, mercoledì sera, sono tati trovati e sequestrati ben 18 bossoli di proiettili calibro 9. Una pioggia di fuoco che ha provocato, oltre ai fori sul muro esterno della palazzina, anche danni collaterali: una pallottola di rimbalza ha centrato l’autovettura parcheggiata di un’ignara e incensurata signora in quattro punti. Con il risultato che qualche carrozziere dovrà ripararla interamente. 

L'ALTRO FRONTE. L’altro episodio inquietante è accaduto a San Giovanni a Teduccio, quartiere al centro dalla fine dell’anno scorso della ripresa della guerra di camorra tra i Mazzarella e i Rinaldi. Poco prima dell’alba di ieri almeno due malviventi hanno piazzato una bomba-carta davanti al bar “Bataclan” e c’è voluta un’oretta di lavoro dei vigili del fuoco per spegnere le fiamme. In questo caso le indagini e gli accertamenti sono condotti in tandem dall’Ufficio prevenzione generale della questura e dal commissariato San Giovanni-Barra. Per il momento il locale è stato chiuso in attesa di ulteriori perizie tecniche. Non c’è nulla che possa condurre i gestori a un clan di camorra, per cui per ora nessuna ipotesi investigativa viene esclusa. A cominciare da una richiesta di “pizzo”.

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