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Omicidio Izzi, sentenza choc: solo 18 anni ai killer del clan

Omicidio Izzi, sentenza choc: solo 18 anni ai killer del clan

Il gruppo di fuoco dei "capitoni" confessa, arriva la raffica di attenuanti

di Luigi Nicolosi

NAPOLI. Appena diciotto anni di reclusione. Il giudice concede una raffica di attenuanti all’ex gruppo di fuoco del clan Lo Russo e i quattro babykiller imputati per l’assassinio di Pasquale Izzi non soltanto schivano l’ergastolo, invocato per tutti dalla Procura antimafia, ma riescono anche a ottenere una condanna di gran lunga inferiore a qualsiasi aspettativa. Con questa sentenza choc cala così il sipario sul processo di primo grado che ha visto alla sbarra Ciro Perfetto, Antonio, Andrea De Tommaso e Salvatore Freda.

COLPO DI SCENA. A emettere il verdetto è stato ieri mattina il giudice Isabella Iaselli. Quella che ne è venuta fuori è stata una sentenza decisamente al ribasso, soprattuto tenendo conto delle richiesta di pena in precedenza avanzate dalla Dda: la pubblica accusa aveva infatti chiesto per i quattro imputati la condanna all’ergastolo. Ma niente da fare. Il 
 ha infatti concesso ai killer dei “capitoni” le attenuanti generiche - tutti avevano ammesso gli addebiti nel corso del processo - la continuazione con altri reati e l’esclusione dell’aggravante di aver ucciso per futili e abietti motivi. Circostanze alle quali si è poi sommata anche la scelta degli imputati di essere giudicati con il rito abbreviato: tradotto, un ulteriore sconto di un terzo di pena. Fissato il quadro processuale, ecco spiegato il motivo per il quale Ciro Perfetto (difeso da Annalisa Senese e Francesco Foreste), Salvatore Freda (difeso da Domenico Dello Iacono), Antonio Buono (difeso da Enrico Di Finizio) e Tommaso D’Andrea sono riusciti a cavarsela con soli 18 anni di reclusione. Il 20 aprile scorso era stata invece emessa la sentenza a carico dei mandanti e dei primi membri del commando finiti in manette. Anche in quel frangente non erano mancati i colpi di scena. La Corte d’assise d’appello di Napolo aveva infatti assolto Anna Serino, ex moglie di Carlo Lo Russo, e Domenico Cerasuolo. Luigi Cutarelli e Mariano Torre, oggi pentito, avevano invece rimediato 20 e 13 anni di reclusione. L’ex capoclan “Carlucciello” si era infine visto confermare la condanna a 16 anni di cella.

IL DELITTO. A ricostruire con precisione i ruoli di coloro che favorino l’omicidio Izzi con “filate” e “specchietti” è stato Mariano Torre, ex uomo di fiducia e braccio destro di Carlo Lo Russo. Il boss si era affidato a lui per organizzare l’agguato, riuscito purtroppo alla perfezione. Salvatore Freda aveva prestato al gruppo un appartamento nella sua disponibilità, da cui si osservava l’ingresso del palazzo di Izzi. Il quale ogni pomeriggio, nell’ora indicata da Marco Corona e Tommaso D’Andrea, usciva per ritornare a Bellizzi Irpini, dov’era detenuto in regime di semilibertà. Ciro Perfetto e Antonio Buono, appostati nella casa del complice, avvisarono con uno squillo i sicari pronti a entrare in azione: Mariano Torre e Luigi Cutarelli. Così per la vittima designata non ci fu scampo. La seconda tranche dell’inchiesta era arrivata al traguardo all’inizio del febbraio scorso, quando in manette, raggiunti da una nuova misura di custodia cautelare in carcere, erano finiti anche i quattro “capitoni” condannati ieri.

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