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25 Giugno 2018 - 18:30
Luigi Giuliano e Luigi Vicorito accusati di omicidio. Il pentito è libero, l'altro rischia il carcere
NAPOLI. C’era un sospetto tremendo: che quell’uomo che spesso girava attorno alla famiglia Giuliano non fosse fedele come voleva il boss Luigi e così dopo le voci che giravano su di lui si decise per ucciderlo. Dopo 34 anni, un cold case viene risolto. Ci sono decine di collaboratori di giustizia che raccontano con estrema precisione quel delitto e soprattutto le dichiarazioni di chi ha ordinato l’omicidio. Così dopo tre decenni Luigi Giuliano e Luigi Vicorito sono finiti sotto processo con l’accusa di aver assassinato Salvatore Ferraiuolo, uomo della cosca di Forcella che negli anni Ottanta stava mettendo le basi per diventare la cosca più potente della città e di tutta la Campania. La Dda di Napoli ha chiuso le indagini e cheisto ed ottenuto il rinvio a giudizio per Vicorito, che in caso di condanna rischia il carcere, mentre Giuliano ha scelto il rito abbreviato perché reoconfesso e pentito.
I MOVENTI. I moventi sono due. Il primo è che Salvatore Ferraiuolo, che spesso era casa dei Giuliano perché considerato un uomo di fiducia della cosca, fu sorpreso a frugare nella stanza della Marzano, moglie di Luigi. Alcuni collaboratori di giustizia hanno riferito di questo movente ma dietro in realtà c’era altro. Ferraiuolo era stato accusato di un reato per il quale difficilmente chi è accusato nella camorra può salvarsi: fare la spia. Ed era accusato di fare la spia proprio a Luigi Giuliano che iniziò ad indagare su quanto faceva il suo affiliato e alla fine si convinse che era arrivato il momento di ucciderlo. Questa la cruda verità messa nero su bianco per il delitto messo a segno ai danni del ragazzo, che all’epoca era appena 20enne, ma era già inserito nel sistema. Molti omicidi, soprattutto dell’epoca, sono rimasti impuniti ma quando ci sono elementi concordanti, come possono essere le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, la procura si mette al lavoro e tira le somme. E così è stato per Ferraiuolo ammazzato per un sospetto e per aver frugato in una borsa che conteneva 80 milioni di vecchie lire in casa del boss che all’epoca comandava Napoli e che decideva la vita e la morte di chiunque. Anche se su questo delitto a parte accusare se stesso ha accusato anche tutti gli altri componenti della Cupola che all’epoca aveva formato la Nuova Famiglia, ovvero il sistema criminale che aveva contrastato la Nco di Raffaele Cutolo che negli anni Ottanta voleva appropriarsi di tutta quanta la Campania. Ci sono voluti decenni, ma alla fine è arrivata la stoccata decisiva della procura di Napoli. Due degli esecutori materiali sono morti, anche loro uccisi, nel corso degli anni, ma per altri due (Giuliano e Vicorito) verrà presto il giorno dell’udienza.
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