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Stesa fallita, individuato il commando: sono otto pistoleri del clan

Stesa fallita, individuato il commando: sono otto pistoleri del clan

Individuati gli autori del mancato raid contro Cerrato, tutti denunciati: appartengono ai Di Micco

di Luigi Sannino

NAPOLI. Il commando che voleva uccidere, ferire o semplicemente intimidire con una “stesa” Ciro Cerrato era composto da otto uomini: cinque viaggiavano in una macchina, uno su un’altra autovettura e due su uno scooter. Le loro intenzioni non si sapranno mai, a meno di un’improbabile confessione di qualcuno dei coinvolti, ma in ogni caso l’intervento della polizia lunedì scorso ha evitato ogni conseguenza. E ora il cerchio delle indagini si è chiuso con la denuncia di tutti i “sospetti”: ritenuti legati al clan De Micco e componenti della cellula dei De Martino, la cui base è il rione Fiat a Ponticelli.

INDAGINI CHIUSE. Degli otto indagati, denunciati in stato di irreperibilità nelle ore immediatamente successive all’evento di via Scarpetta, circostanza che ha evitato a tutti l’arresto in flagranza di reato, in due sono poi finiti in manette. Precisamente il giorno dopo, martedì, quando gli instancabili poliziotti del commissariato Ponticelli li hanno sorpresi armati nel rione Fiat. Probabilmente le pistole servivano per difendersi dopo l’agguato subito dal ras Francesco De Martino, legato anch’egli ai “Bodo” e tornato in carcere dopo una notte trascorsa in ospedale per la ferita alla natica. Intanto anche il clan Casella sarebbe entrato nel maxi asse di malavita, con alleanze a San Giovanni a Teduccio e Barra, in contrasto con i De Micco-“Bodo”. E l’ultima novità investigativa che riguarda il quartiere Ponticelli, la cui situazione è sostanzialmente cristallizzata in quanto a schieramenti e contrasti. È un accordo a tutto campo quello che ha riunito sotto un’unica bandiera i De Luca Bossa e i Minichini di Ponticelli, i Rinaldi e i Reale di San Giovanni a Teduccio e gli Aprea di Barra.

TENSIONE TRA I CLAN. L’asse di malavita è andato allo scontro, a colpi di “stesa” e con un agguato terminato con un ferimento, con i Mazzarella-D’Amico (“Gennarella”) a San Giovanni e i De Micco a Ponticelli. In quest’ultimo quartiere la resistenza dei “Bodo”, ridotti ai minimi termini da un punto di vista numerico con due successive operazioni della polizia, sarebbe ricominciata secondo gli investigatori con la presenza in zona di Francesco De Martino e Umberto Dello Iacolo (al padre del quale fu bruciata l’autovettura alcuni mesi fa). Tra lunedì e martedì i clan hanno di nuovo dato fuoco alle polveri e forse solo l’intervento degli investigatori di Ponticelli ha evitato il peggio. Anche se naturalmente il processo alle intenzioni non si può fare e gli 8 uomini denunciati rispondono del possesso delle armi in concorso e basta, sulla base di quanto hanno visto i poliziotti. In ballo a Ponticelli c’è il controllo del territorio essenzialmente ai fini dell’imposizione del “pizzo” sui gestori delle piazze di droga. Proprio il clan De Micco ha impiantato il sistema su larga scala, imponendo non più l’acquisto della sostanza stupefacente da questo o quell’altro. Per essere lasciati tranquilli i trafficanti bastava che pagassero la quota stabilita, organizzando poi a piacimento la vendita nelle varie zone del quartiere.  Unica eccezione il rione Conocal, dove il clan D’Amico operava attraverso propri pusher.

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