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02 Luglio 2018 - 19:14
Cancellati graffiti dalla metro e dall'arredo urbano. Gli organizzatori: ma la Sovrintendenza ci frena
NAPOLI. C’è Massimo, medico 60 enne del Vomero, che suda con un raschietto in mano. “Perché lo faccio ? Napoli deve rinascere, è troppo importante. Se cominciamo noi. .. .” Ci sono Monica e Sara, amiche di 29 e 25 anni, che cancellano una scritta sui vetri della stazione della Metro. “E’ faticoso, ma ci fa sentire meglio”, dice Monica mentre guarda perplessa i vetri opachi, chissà quando saranno stati puliti l’ ultima volta. Patrizia, arredatrice 30 enne, prova ad intervenire sul disastro dell’ arredo urbano e dice che vuole fare “qualcosa per Napoli”. In piazza Dante, sotto un sole di fine giugno, i volontari di “Retake Napoli” stanno eseguendo il loro intervento, per il terzo sabato consecutivo. Raschietti, strofinacci, detersivi, se li sono portati da casa. “Due ditte di solventi biologici ce li danno gratis - dice Eleonora D’ Ermo, 24 anni , studentessa di marketing, fondatrice con il fidanzato Francesco, 25, studente di Giurisprudenza, del gruppo napoletano dell’ associazione – ma per pulire dai graffiti la pietra nera della città antica ci vuole una idrosabbiatrice. Una macchina l’ abbiamo comprata noi, mettendo insieme 700 euro”. “Retake Napoli” ha deciso di “adottare” piazza Dante. Dopo la pulitura della stazione della Metro linea 1 si passerà ai muri del Convitto nazionale, alle altre superfici devastate dai teppisti dello spray. “Teppisti politici, tifosi, ‘writers’ che imbrattano i muri con la propria tag per noi non fanno differenza, ma ci muoviamo su un duplice piano: l’ azione, cioè cancellazione delle scritte sui muri, rimozione delle erbacce , ripulitura dii pali e segnali stradali, ed educazione. Nelle scuole coinvolgiamo i ragazzi, magari con il ‘retake’ della propria scuola”, dice Eleonora. La gente come reagisce ? “Un ristoratore di piazza Dante – sorride Francesco – ci ha detto che il problema siamo noi, che dovrebbe intervenire lo Stato… Altri ci chiedono chi ce lo fa fare, ma sabato scorso si sono fermate almeno 20 persone per complimentarsi, sulla nostra pagina Facebook (“Retake Napoli”) i like aumentano, e chi ci scopre spesso si unisce a noi”. Come Emen, 35 anni, palestinese, che è in piazza con tre bambine e si è messa al lavoro. “Mancavo da Napoli da quattro anni – dice - ho visto quest’ iniziativa su Facebook e mi è piaciuta…”. E le istituzioni ? “Il presidente dell’ Asia – dice Francesco – ci ha promesso una convenzione. Quando ripuliamo le erbacce, ci servono i loro contenitori per portarle via. Il Comune ? Abbiamo fatto 30 interventi finora in città ed ogni volta avvertiamo le Municipalità. Non ci ha mai risposto nessuno. La Soprintendenza invece ci ha diffidati dal toccare le mura di Porta Capuana ….” Ma “Retake Napoli” pensa in grande. “Ora il recupero di piazza Dante – dice Eleonora - poi Port’ Alba e Piazza Bellini, intanto costituiamo gruppi di quartiere”. E si rimette al lavoro, come in tanti altri sabati, in una giornata da mare. Sotto le statue delle 26 virtù di Carlo di Borbone che dominano dall’ alto la piazza. Loro, I volontari di “Retake Napoli” , di virtù ne hanno almeno una. La tenacia.
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