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02 Luglio 2018 - 19:46
Arzano, richieste di contributi ai commercianti «per la ricorrenza». Sospetti sul ruolo degli Amato-Pagano
di Bruno Giansante
ARZANO. Questua della camorra, gli affiliati in giro per negozi. Dopo le corse cittadine a mezzo di potenti Audi A3 nere intercettate dai carabinieri e identificati come parenti e affiliati locali degli Amato-Pagano, i “guaglioni” della mala si sarebbero dati alla questua. Il ministero dell’Interno avrebbe disposto il monitoraggio. Una pratica diffusa, che vedrebbe in queste settimane giovani presunti malavitosi entrare e uscire da negozi e attività commerciali a chiedere un contributo «per la festa» o per «la ricorrenza della patrona». La vicenda sarebbe già finita all’attenzione degli investigatori che la starebbero vagliando. La domanda sorge spontanea: si tratterebbe di semplice devozione popolare o c’è dell’altro? Magari una sorta di piccola tangente camuffata da una ragione “sacra”? O il “contributo” che va a finanziare le “famiglie dei carcerati”? Spesso i commercianti pagano, ma il sospetto non infondato è che dietro queste collette possa nascondersi la mano della camorra. Ad Arzano, Comune da qualche anno ritornato alle urne dopo l’ennesimo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata, gli uomini degli scissionisti sarebbero stati visti aggirarsi per negozi a chiedere di versare un obolo «per la festa». Parlando di “feste”, non è stato raro assistere in questi mesi ad eventi non autorizzati ed effettuati in assenza di pagamenti alla Siae, di autorizzazioni della polizia municipale e dell’ufficio tecnico. Alcuni clan per anni hanno chiesto il pizzo “camuffandolo” da questue per i festeggiamenti e non è inverosimile, quindi, ipotizzare che una questua non autorizzata possa rappresentare comunque un atto estorsivo, specialmente se richiesto ripetutamente al povero commerciante di turno. Tanto che in passato la devozione del clan egemone sul territorio si è trasformata in un momento da tributare al capozona con tanto di inchino degli stendardi raffiguranti la Madonna nella zona della “167”, dove ha sede lo zoccolo duro del neonato gruppo camorristico già artefice di omicidi eccellenti, attività estorsive, raid punitivi e pentimenti che potrebbero aver tirato in ballo pezzi da novanta della politica locale. Tant’è che l’Antimafia giudiziaria avrebbe puntato gli occhi su alcuni consiglieri comunali immortalati in momenti conviviali con soggetti condannati in via definita per associazione a delinquere di stampo camorristico. Una situazione difficile, in cui chi parla della camorra e dei suoi affari sul territorio rischia grosso.
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