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Estorsione, pena ridotta per Sgambato

Estorsione, pena ridotta per Sgambato

Nola, in secondo grado è caduta l’aggravante di appartenere ad un clan camorristico

NOLA. Ridotta la pena e revocata la ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Luigi Sgambato. Sgambato, imprenditore nolano attivo nel settore del movimento terra,  fu tratto in arresto per la pesante accusa di estorsione ai danni degli imprenditori Menichini Antonio e Carito Giovanni  con l’aggravante di aver agevolato il clan Marotta il quale diramerebbe  il suo potere sulla zona di Nola e comuni limitrofi.
Le estorsioni di cui il soggetto si sarebbe reso protagonista sarebbero avvenute nell’estate del 2012 ed avevano come obiettivo, quello  di richiedere una tangente pari a euro 30.000 sui lavori  in un cantiere situato a Polvica in Nola alla via Salvatore D’Alì, richiesta accompagnata dalla ricorrente minaccia del “blocco del cantiere”.  
L’accusato optò per il rito abbreviato ed in primo grado fu condannato il 23 giugno del 2017 dal Gup presso il Tribunale di Napoli Roberto D’Auria. 
Ma la ipotesi accusatoria ha subito un ridimensionamento nel corso del  secondo grado di giudizio, con una decisione a sorpresa assunta dalla Corte all’esito della arringa difensiva.  
Infatti, la Corte di appello di Napoli, IV sezione, pur confermando la penale responsabilità dell’imprenditore, ha concesso le attenuanti generiche, ha  escluso la aggravante dell’essere costui elemento appartenente ad associazione camorristica ed  ha ridotto la pena a soli  quattro anni di reclusione . 
Non solo.
In accoglimento di una specifica richiesta dell’avvocato Dario Vannetiello, nonostante la conferma della responsabilità penale per un grave reato quale è quello di estorsione aggravata dal metodo camorristico, la Corte di appello   ha sorprendentemente revocato la misura della custodia cautelare a cui Sgambato era sottoposto dal 2015.  
Nonostante l’annullamento della custodia cautelare ottenuto, Sgambato non ha potuto lasciare  la casa circondariale di Napoli - Secondigliano dove si trova detenuto in quanto a suo carico vi è un’altra ordinanza di custodia cautelare per il delitto di associazione a delinquere di tipo mafioso e per aver organizzato corse clandestine con cavalli da corsa,   vicenda  processuale   in relazione alla quale ha riportato condanna ad anni 10 di reclusione e per la quale   pende ricorso per cassazione.          

 

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