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14 Luglio 2018 - 16:44
Tutto il quartiere ha partecipato ai funerali del barista 21enne deceduto dopo essere caduto da un lucernario che stava pulendo per 35 euro
NAPOLI. Un abbraccio infinito, che lenisce un dolore destinato comunque a durare per sempre. Il funerale di Salvatore Caliano, il barista di 21 anni deceduto a seguito di una rovinosa caduta da un lucernario di un palazzo di via Duomo per la cui pulizia aveva accettato una paga di soli 35 euro, ha il consolatorio merito di unire il quartiere di Forcella, dove Salvatore era nato e cresciuto, al resto di Napoli al grido di “Basta morti sul lavoro’’. Dalle prime ore del mattino, l’esterno della chiesa di San Giorgio Maggiore di piazzetta Crocelle ai Mannesi è gremita di persone. Gli amici, affranti ed increduli, sono tutti lì con la maglietta raffigurante Salvatore e la scritta ''Il tuo sorriso resterà stampato nelle nostre anime. Addio bomber, ci mancherai''. Qualcuno ne indossa un’altra sempre col faccione buono di Caliano sotto alla quale c’è un semplice Sasy. A poca distanza uno striscione recitante: “Non si può morire sul lavoro, ciao Salvatore’’. Presenti all’ultimo saluto il Comune di Napoli rappresentato dal vicesindaco Raffaele Del Giudice, dal presidente del consiglio comunale Sandro Fucito, dalla consigliera comunale Eleonora De Majo.
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