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12 Marzo 2019 - 13:46
Linguaggio in codice: una pistola semiautomatica diventava “smart", i revolver da 6 o 8 colpi divenivano forniture di “pomodorini" da 6 o 8 kg
NAPOLI. Armi da fuoco dall'Austria per rifornire i clan camorristici del territorio campano. A scoprire il traffico di armi di vario calibro, tra cui anche armi da guerra come Kalashnikov e Skorpion, sono stati i carabinieri del comando provinciale di Napoli, che il 6 marzo scorso avevano fermato 16 persone. I fermi sono stati poi convalidati e sono state emesse 16 misure cautelari: 15 in carcere e una ai domiciliari. Le indagini coordinate dalla Dda partenopea. Gli investigatori hanno identificato numerosi acquirenti tra cui anche appartenenti alla criminalità organizzata campana. Temendo di essere intercettati sia i fornitori che i clienti avevano ideato un linguaggio in codice per riferirsi ad armi e munizioni che, a seconda del calibro o della tipologia, venivano accostate a un modello più o meno grande di autovettura, a un genere alimentare o a una pratica automobilistica. Una pistola semiautomatica diventava così una “smart", il calibro era una “cabriolet", i revolver da 6 o 8 colpi divenivano forniture di “pomodorini" da 6 o 8 kg, una pistola calibro 38 diventava una “scarpa 38", le munizioni venivano chiamate “lampadine" mentre i pagamenti erano le “pratiche" auto da espletare. Le indagini, sviluppate in collaborazione con l'autorità giudiziaria e le forze di Polizia austriache, hanno consentito di identificare anche i fornitori esteri, due cittadini di Völkermarkt (Austria) nonché di documentare i movimenti degli indagati campani sul territorio austriaco.
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