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08 Marzo 2019 - 13:05
Ricostruito l'agguato e individuati mandante e specchiettista
NAPOLI. La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Vincenzo Mele, 42 anni e Lucia Sorrentino, 23 anni, esponenti del clan camorristico dei Mele di Pianura, ritenuti responsabili, di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da sparo, delitti aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire il contesto criminale in cui è maturato il tentato omicidio di Antonio Liberti, affiliato al clan Pesce-Marfella, operante sempre nel quartiere di Pianura, avvenuto a Napoli il 9 gennaio del 2017, individuandone i mandanti e gli autori materiali. Il tentato omicidio di Liberti si colloca, come documentato dalle attività investigative, nell’ambito della faida tra il clan dei “Mele e il clan “Pesce Marfella”.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’agguato fu deciso da Mele per vendicare l’omicidio di Raffaele Pisa, avvenuto a Napoli il 13 dicembre del 2012. La Sorrentino avrebbe svolto il ruolo di specchiettista, fornendo agli esecutori materiali notizie sulla localizzazione della vittima.
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