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Fortuna uccisa a bastonate, «Lui non la lasciava mai da sola»

Fortuna uccisa a bastonate, «Lui non la lasciava mai da sola»

L'omicidio di Miano. I vicini sotto choc raccontano: «La sua gelosia non era normale»

di Antonio Sabbatino

NAPOLI. Nello spiazzale interno dell’agglomerato di via Mianella, il Parco La Quadra, dove si trova il balcone dell’abitazione al primo piano del civico 115 lungamente repertato dalla Scientifica, a regnare è soprattutto un profondo silenzio. Gli agenti di polizia e i carabinieri tengono a bada alcuni parenti, compreso il fratello del presunto omicida, disperati dal nuovo caso di uxoricidio. Dall’altra parte della strada invece, più lontano dal luogo del delitto, il vociare indignato è continuo. I presenti emettono subito la sentenza: fine pena mai per Vincenzo Lopresto, l’ex pugile ritenuto responsabile della morte di sua moglie Fortuna Bellisario. «Deve soffrire - dice Titti - le pene dell’inferno. Ci vogliono leggi severe contro il femminicidio le forze dell’ordine devono tutelarci, lo Stato deve dare l’esempio. Non è giusto morire per mano di un uomo». Simona, poco più in là, è convinta nell’affermare che «Fortuna aveva paura del marito, si vedeva come non la trattasse bene. Mio figlio mi ha raccontato che la loro ragazzina più grande a scuola era spesso aggressiva, avrà visto degli atteggiamenti in casa di un certo tipo e la loro figlia e li ha presi come esempio».

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