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20 Marzo 2019 - 13:08
NAPOLI. «Non c’è da meravigliarsi. Napoli è Napoli ovunque, anche a piazza Trieste e Trento, anche a due passi dalla Prefettura». Scuote la testa Don Luigi, parroco della chiesa di San Ferdinando, pare sconsolato. Proprio davanti alla chiesa in cui ogni passa ogni giornata da molti anni, nella parrocchia più nota come “chiesa degli artisti”, è avvenuta nella notte tra lunedì e martedì la sparatoria che ha scosso piazza Trieste e Trento.
«VIOLENZA IN TUTTA LA CITTÀ». È arrabbiato e sconfortato, ma non è affatto sorpreso don Luigi che dietro la scrivania nell’ufficio alla sinistra della navata della chiesa accoglie i fedeli in cerca di un buon consiglio. A sorprenderlo, piuttosto, pare la domanda sulla sparatoria: «Purtroppo c’è un clima di violenza diffusa in tutta la città e coinvolge tutte le fasce d’età ed ogni zona della città, compresa quella più centrale, anche all’esterno dell’istituzione che rappresenta lo Stato. La violenza non si ferma davanti a niente e davanti a nessuno».
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