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Napoli
19 Giugno 2024 - 08:40
NAPOLI. «Il sindaco Manfredi a novembre scorso, agli Stati Generali dell'Unesco che si sono riuntiti a Napoli, si era impegnato a recuperare il nostro centro storico per evitare il tavolino selvaggio, che i B&B continuassero ad aprirsi senza alcun controllo o verifica, che si evitassero nuove pizzerie e friggitorie, recuperando i beni culturali. Una settimana fa, con una nuova delibera, è stato deciso invece il tavolino e il B&B selvaggio, con grande danno per chi vive all'interno del centro storico». Lo ha detto il presidente di "Sud Protagonista", Salvatore Ronghi, nel corso della conferenza in piazza del Gesù organizzata da varie associazioni sul tema della salvaguardia e della valorizzazione del centro storico.
Un luogo che, secondo Ronghi, «non solo corre il rischio di perdere il timbro Unesco, ma potrebbe diventare la nuova lavatrice per il riciclaggio dei soldi sporchi». Un allarme che raccolgono le altre associazioni di quartiere e rilanciano i residenti ormai esasperati da quanto sta avvenendo.
Più diplomatico ma al contesto duro il presidente del "Comitato Portosalvo", Antonio Pariante il quale ha detto di confidare in una posizione netta del sindaco Gaetano Manfredi «che a novembre scorso ha assunto un impegno importante con una delibera che recupera il vecchio piano di gestione che dovrebbe servire a mettere a sistema il centro storico, attualmente in anarchia totale».
«Altre due successive delibere contraddicono la prima. In pochi mesi si è detto tutto e il contrario di tutto» hanno detto durante la conferenza. Ovviamente a soffrire sono gli abitanti che si sentono osptaggio non solo dei commercianti ma di tutti i B&B che in zona stanno portando a una gentrificazione e un overturism lontano da quelli che sono i concetti dell’Unesco: «Prima era il fine settimana con la movida - ha raccontato Vittorio Mastullo, residente - adesso è quotidiano. Si tratta di un arrembaggio che stiamo subendo senza poter fare o dire nulla».
Tavolino selvaggio è uno dei problemi che comitati e residenti si preparano ad affrontare. Maria Dominielli, gestisce un locale: «Non vogliamo una guerra fra poveri - ha detto - ma noi senza la possibilità si mettere i clienti fuori siamo morti. I nostri locali sono minuscoli. Vogliamo dire che rappresentiamo la piccola e fiorente economia?». Le associazioni che ieri si sono riunite a piazza Dante hanno deciso di non demordere promettendo di andare fino in fondo.
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