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Malanapoli

Delitto De Caro, salvo Costagliola

Colpo di scena nell’udienza del processo per l'omicidio Bevilacqua

Delitto De Caro, salvo Costagliola

ei riquadri i boss imputati Giuseppe Lo Russo “’o capitone” e Vincenzo Licciardi

NAPOLI. Il processo che dovrà fare luce sugli omicidi di Angelo De Caro e Pasquale Bevilacqua si apre subito con un importante colpo di scena. L’udienza celebrata ieri mattina innanzi al gup Salvatore ha visto l’uscita di scena di uno degli imputati eccellenti, il presunto “filatore” Carmine Costagliola, alias “Provolino”, la cui posizione è stata stralciata per improcebilità e pertanto è stato dichiarato prosciolto.

Fiato sospeso invece per altri coimputati, tra cui il boss dei “Capitoni” Giuseppe Lo Russo: i pm Carrano e Sepe hanno infatti chiesto il rinvio dell’udienza per attendere le motivazioni della Cassazione, in precedenza pronunciatasi sul profilo cautelare e davanti alla quale il collegio difensivo, in primis l’avvocato Antonio Abet, aveva sollevato la questione della mancata tempestività nella riapertura delle indagini. I due omicidi erano maturati nell’ambito di un patto tra la camorra di Miano e quella di Secondigliano.

A processo erano così finiti i ras Giuseppe Lo Russo, ultimo dei “Capitoni” a non essersi pentito, Vincenzo Licciardi “’o chiatt”, Gaetano Bocchetti “nanuzz” e Carmine Costagliola, alias “Provolino”. Tutti avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Nel corso dell’udienza preliminare il collegio difensivo (avvocati Antonio Abet, Domenico Dello Iacono, Antonio Cardillo, Mauro Valentino e Giuseppe Biondi) aveva eccepito la nullità del decreto di giudizio immediato, all’interno del quale non sarebbe state riportate alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

Secondo i legali dei quattro imputati l’indagine non sarebbe stata inoltre riaperta con la giusta tempestività. La prima richiesta di archiviazione risaliva infatti al lontano 2002 e l’inchiesta sui due delitti è stata riaperta il 29 aprile 2023, due giorni dopo il nuovo interrogatorio sul punto dell’ex boss e killer Carlo Lo Russo. Le difese avevano quindi sostenuto che la procura disponesse già da prima di quel giorno degli elementi necessari a riaprire il fascicolo.

Il gip è stato però di tutt’altro avviso, rigettando l’istanza. Lo Russo è gravemente indiziato di entrambi gli omicidi, Licciardi e Bocchetti di quello di Bevilacqua, mentre Costagliola dell’assassinio di De Caro. Per l’assassinio di Angelo De Caro, ammazzato a colpi di pistola il 6 giugno 1990, sono accusati, oltre a Lo Russo, ritenuto l’organizzatore, e a Ettore Sabatino, autoaccusatosi come esecutore, anche Costagliola “Provolino” e i defunti boss Gennaro Sacco e Gennaro Licciardi.

De Caro fu ucciso mentre era a letto in casa della compagna Carmela Costagliola e i killer sarebbero entrati grazie al contributo di “provolino”, che avrebbe fatto da ariete. Sacco si sarebbe occupato del recupero del killer Sabatino. Gennaro Licciardi sarebbe stato il mandante e avrebbe chiesto a Lo Russo di mettere la parola fine ai contrasti tra il clan della Masseria e il gruppo De Caro. Dell’omicidio Bevilaqua, ucciso per un’epurazione interna ai “Capitoni”, rispondono oltre a Lo Russo, anche Vincenzo Licciardi e Gaetano Bocchetti.

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