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Parchi abbandonati e selve urbane: il paradosso del verde a Napoli

Parchi abbandonati e selve urbane: il paradosso del verde a Napoli

Atti vandalici, mancati controlli e rifiuti. Degrado nei giardini pubblici

di Dario De Martino

NAPOLI. Ci sono i parchi pubblici, quelli in cui il verde dovrebbe essere tutelato e curato, che sono chiusi o abbandonati. E poi ci sono le “selve urbane”, il cui simbolo è il cantiere di via Marina, in cui il verde cresce rigoglioso lì dove non dovrebbe. È il paradosso del verde pubblico napoletano. Lì dove dovrebbe esserci, per dare respiro soprattutto ad anziani e bambini che restano in città in estate, troppo spesso non c’è. Nei luoghi in cui, invece, non dovrebbero esserci macchie verdi, si formano dei boschi.

SELVE URBANE. Il caso più emblematico è sicuramente quello di via Marina. Qualcuno l’ha ribattezzata “foresta marina”. Lì dove c’è il cantiere per i lavori ormai secolari, cresce da settimane e settimane un vero e proprio “bosco”. È il segno dell’abbandono, in una delle arterie principali della città, già resa infrequentabile dal traffico. Ma quello di via Marina è solo un caso emblematico di un problema che riguarda tutta la città: il diserbo. Sono tantissimi i marciapiedi, soprattutto in periferia, dove a volte si fa addirittura fatica a camminare a causa dell’erbaccia lasciata crescere incolta. Ma anche al centro, seppur non si raggiungono i livelli di certe strade dimenticate nelle aree più lontane dalla city, si vedono piccoli “cespugli” d’erbaccia lasciati lì abbandonati. La questione è stata posta anche all’attenzione del Consiglio Comunale con un’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia Marco Nonno. Ma non è stato il solo ad accorgersi del problema. Anche alcune Municipalità hanno fatto sentire la loro voce per chiedere un intervento. Il problema dell’erbaccia incolta si somma, molto spesso, a quello dei rifiuti abbandonati. Gli ingombranti non ritirati, problema che si è evidenziato in tutta la sua durezza in queste ultime settimane, e i problemi dello spazzamento, alimentano insieme con la questione diserbo mancato, la sensazione chiarissima di una città che si mostra sporca, non solo agli occhi dei suoi cittadini, ma anche a quelli dei turisti che vengono in visita per vedere le nostre bellezze.

I PARCHI NEGATI. Il paradosso del verde napoletano è dato dal fatto che se lungo le strade le erbacce crescono floride, i polmoni verdi della città sono invece troppo spesso abbandonati. Varchi chiusi, nessun controllo, erbaccia incolta, giostrine e altri abbellimenti puntualmente danneggiati: questa la situazione di troppi parchi cittadini. Un verde, insomma, negato a chi vorrebbe utilizzarne soprattutto in estate. Tanti i casi da segnalare. Due emblematici, proprio nella parte più turistica e conosciuta della città, attorno al lungomare: i giardini del Molosiglio e la villa Comunale. Il degrado lì regna sovrano. Erbacce lasciate crescere senza un criterio, cumuli di fiuti e una sensazione di abbandono raccapricciante. Ma anche quello che è probabilmente il polmone verde più importante di tutta la città, il parco dei Camaldoli, è ancora chiuso. Chiuderà prima, in estate, anche l’area verde della Floridiana sula collina del Vomero. I problemi di personale, si fanno sentire forti. Non va affatto meglio nei più piccoli giardini cittadini: a piazza Dante si trovano tra l’erba tantissimi rifiuti. A piazza Carlo III va anche peggio. Per non parlare delle periferie: gli atti vandalici nei parchi pubblici dell’area est non si contano più e a Pianura aspettano ancora che il parco Falcone e Borsellino torni in condizioni dignitose.

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