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L'inchiesta
20 Giugno 2024 - 12:10
NAPOLI. Minacciati di morte, vittime di soprusi, percependo una paga da fame. appena 2 euro all'ora, arrivando a lavorare da un minimo di 11 a un massimo di 16 ore al giorno. Una nuova inchiesta sul caporalato della procura di Napoli Nord ha portato all'arresto di sei persone. Sono sette, complessivamente, i soggetti raggiunti da misura cautelare, ma non è stato possibile rintracciare uno di loro, che si troverebbe all'estero.
L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord, su richiesta della procura, ed eseguita questa mattina dai carabinieri del comando Tutela del Lavoro, in collaborazione con i militari dei comandi provinciali di Napoli e Caserta, nei comuni di Casalnuovo, Pollena Trocchia e Villa Literno e nel carcere partenopeo di Secondigliano. In particolare, per tre indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per altri tre la misura degli arresti domiciliari e per un ulteriore indagato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L'attività d'indagine - diretta dalla procura di Napoli Nord ed effettuata dai militari del reparto operativo del comando carabinieri per la Tutela del Lavoro da gennaio a giugno 2023, condotta anche con l'ausilio di strumentazione tecnica e, nelle fasi ispettive, con la collaborazione degli Ispettori dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro e dei mediatori culturali dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) - ha permesso di accertare come gli indagati avessero reclutato e impiegato in condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno, oltre sessanta lavoratori extracomunitari, risultati nella maggior parte dei casi privi di regolare permesso di soggiorno.
Contestualmente all'esecuzione del provvedimento cautelare personale è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di circa 200mila euro nei confronti di un'azienda agricola facente capo a due degli indagati.
I braccianti venivano trasportati sui luoghi di lavoro con veicoli fatiscenti, ben oltre il limite consentito per il trasporto in sicurezza, privi di sedute conformi, sostituite con cassette di plastica rovesciate, per consentire il trasporto del maggior numero possibile di braccianti, seduti tra svariate taniche di benzina, da utilizzare per l'eventuale rifornimento. È stata constatata, inoltre, l'assenza di servizi igienici, di locali idonei per il consumo dei pasti e di idonei dispositivi protezione individuali. I braccianti avrebbero condotto le operazioni di raccolta anche in situazioni di meteo avverse.
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