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la polemica
20 Giugno 2024 - 18:00
Il sindaco Manfredi e il governatore De Luca
NAPOLI. Bagnoli fa esplodere la polemica tra il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Il tutto nel corso della presentazione del rapporto di Bankitalia sull’economia della Campania nella sede centrale dell’Università Federico II. A dare fuoco alle polveri è il numero uno di Palazzo Santa Lucia che torna a parlare di «offesa alla Campania, al Napoli e al Sud» il riferimento al miliardo e 200 milioni di euro per il sito di interesse nazionale dell’ex Italsider. «Dall’11 ottobre fino al mese di marzo la questione di Bagnoli non era mai comparsa. Sono passati cinque mesi e nessuno ha avuto il garbo istituzionale di parlare con i titolari dei sei miliardi di euro. Quindi, hanno approvato un decreto per apporre gli 1,2 miliardi di euro, che abbiamo dovuto sottrarre al piano di coesione della Campania inviato l’11 ottobre. La cosa incredibile è che siamo obbligati a immobilizzare risorse nostre, ma nel decreto il cronoprogramma prevede che la quota più consistente, 800 milioni di euro, è per il 2028-2029. Per fare questa operazione bruciamo risorse immediatamente attivabili il nostro territorio» accusa anche il presidente della Regione Campania.
La replica di Manfredi arriva a stretto giro: «Io non rispondo ma, faccio le cose. Abbiamo avuto un finanziamento di 1,2 miliardi di euro, risorse sicuramente molto importanti, perché nessuno aveva pensato di finanziare Bagnoli. Questo è uno degli aspetti fondamentali per la crescita della città e per recuperare un territorio che Napoli, tutta l’area flegrea, aspettano da trent’anni. È un’occasione importante e spero che con queste risorse, entro il 2029 completeremo la bonifica e le infrastrutture, restituendo Bagnoli alla città, che sta aspettando da trent’anni». L’altro giorno De Luca, parlando sempre della questione dell’accordo di coesione, aveva ribadito che «abbiamo due settimane di tempo per vedere se si conclude l’intesa sollecitata dal Tar e dal Consiglio di Stato. Dovremo concludere entro il 28 giugno, dopodiché si farà un punto generale, perché l’aggiornamento del piano che siamo stati obbligati a inviare a Roma prevede la riduzione di un miliardo e 200 milioni. È una cosa francamente sconcertante e assurda, perché il miliardo e due di fondi regionali viene bloccato, ma la concreta erogazione di queste risorse è spostata al 2028-2029. È una vergogna: blocchiamo fondi immediatamente spendibili per Napoli, per la cultura, per l'area metropolitana, in attesa di quello che succederà fra cinque anni. Non mi pare proprio una grande operazione».
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