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L'indagine

Pagamenti, il Comune di Napoli tra i più “lumaca”

Palazzo San Giacomo arriva a 143 giorni di ritardo

NAPOLI. Tra acquisti, consumi, forniture, manutenzioni, formazione del personale e spese energetiche, nel 2023 lo Stato italiano ha sostenuto un costo complessivo di 122 miliardi di euro, ma ancora una volta non è riuscito a onorare tutti gli impegni economici presi con i propri fornitori. I debiti commerciali della nostra Pubblica amministrazione (PA), infatti, continuano ad ammontare a circa 50 miliardi di euro, un importo che è praticamente lo stesso da almeno 5 anni.

I più penalizzati da questo comportamento sono le piccole imprese. A dirlo è l'Ufficio studi della Cgia secondo il quale tra le amministrazioni pubbliche più “lumaca” a pagare i propri fornitori ci sono i Comuni, in particolar modo quelli del Mezzogiorno. Sebbene la situazione negli ultimi anni sia migliorata, nel 2023 la situazione più critica si è registrata a Napoli. Nel comune capoluogo della regione campana i fornitori sono stati pagati con 143 giorni di ritardo.

Seguono Andria con 89,5 giorni di ritardo rispetto la scadenza contrattuale, Chieti con +61,8. È molto probabile che altrettanto critica sia la situazione a Cosenza che, purtroppo, presenta un Itp (Indicatore di Tempestività dei Pagamenti) aggiornato al terzo trimestre 2022. Ebbene, quasi due anni fa il Comune calabrese saldava i propri fornitori con 126 giorni di ritardo. In contro tendenza, invece, scorgiamo il comune di Palermo.

Nessun altro comune capoluogo di provincia d'Italia ha fatto meglio. Al Centronord, invece, il quadro generale è in massima parte positivo. Le situazioni più virtuose riguardano Padova, Grosseto e Pordenone con un anticipo del saldo di oltre 21 giorni. Per quanto concerne le amministrazioni regionali, invece, al netto di Molise (+145,9), Abruzzo (+32) e Basilicata (+13,66), le altre realtà amministrative registrano delle performance più che buone, soprattutto al Centronord.

Negli anni scorsi a pagare con grave ritardo erano anche le Aziende ospedaliere, in particolare del Sud. L'anno scorso, invece, il quadro generale è migliorato moltissimo, almeno osservando il risultato relativo all'Itp. Tra le principali Asl presenti nel Mezzogiorno, comunque, le situazioni più critiche hanno interessato l'Asp di Catanzaro con 64,5 giorni di ritardo, l'Asl Napoli 3 Sud con +27,78, l'Asl di Foggia con +27 (al III trim. 2023) e l'Asl Napoli 2 Nord con +15,42.

Ricordiamo che i tempi di pagamento relativi alle forniture sanitarie di norma non possono superare i 60 giorni. Anche i ministeri italiani - prosegue la Cgia - faticano a rispettare le disposizioni previste dalla legge in materia di tempi di pagamento riferiti alle transazioni commerciali.

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