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Camorra di Secondigliano
25 Giugno 2024 - 20:18
I carabinieri lo stavano cercando per stringergli le manette e l’hanno avvistato in via Regina Margherita, nella zona della Masseria Cardone a Secondigliano, storica roccaforte dei Licciardi. Luigi Carella detto “Giggino a’ gallina”, 51enne referente del clan al Rione Berlingieri e destinatario di un provvedimento restrittivo per camorra, si è trovato circondato dagli investigatori dell’Arma in borghese in pochi secondi. Così, ha appreso in strada di dover finire in carcere. Tra le accuse c’è anche un’estorsione ai danni del titolare del garage, commessa nel 2021 su disposizione della boss Maria Licciardi. Naturalmente va sottolineata la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva per tutti gli indagati.
Luigi Carella, luogotenente uomo di fiducia dei Licciardi secondo i pm della procura antimafia, era in motorino da solo quando è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli, con la collaborazione in fase esecutiva dei colleghi omologhi di Castello di Cisterna e della compagnia Stella. Per “Giggino a’ gallina”, che era da solo e si è lasciato tranquillamente ammanettare, le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione commessa con la finalità di agevolare il clan Licciardi e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Nella perquisizione compiuta successivamente al fermo dei 51enne, i militari dell’Arma hanno denunciato a piede libero la moglie per il possesso di un sistema di videosorveglianza puntato sul rione Berlingieri, utilizzato per tenere sotto controllo il territorio. In casa c’erano due orologi di lusso Rolex e altri oggetti preziosi, sequestrati.
In particolare Luigi Carella deve rispondere di un episodio di gennaio 2021, ricostruito grazie alla microspia piazzata in casa di Maria Licciardi. Dall’ascolto delle conversazioni venne fuori che il 51enne aveva ricevuto mandato dalla ras di Secondigliano di chiedere il “pizzo” al titolare di un garage, al quale il clan della Vanella Grassi aveva chiesto 15mila euro nelle consuete tre rate: Pasqua, Ferragosto e Natale. Ma dopo la mediazione di “Maria a’ piccolina”, l’imprenditore versò alla “Vinella” la somma di 3000 euro in tutto, ottenendo così un sostanzioso sconto
Di Luigi Carella ha parlato per primo il pentito Antonio De Carla detto “spara-spara”, ex affiliato agli Stabile di Chiaiano. “Vincenzo Licciardi ci ordinò di andare al cantiere edile e piazzare due bombe a mano. Partimmo da Napoli io, “’a gallina”, Carmine “bombolone” e Paolo Abbatiello. Effettivamente ci recammo nel posto indicato, a Secondigliano ma non ricordo bene il luogo preciso e nemmeno l’anno in cui accadde, e dopo aver sequestrato il custode provocammo l’esplosione. Ricordo che per un motivo o un altro nessuno degli altri volle scavalcare il cancello e toccò a me penetrare per primo nel recinto chiuso. Uno aveva la gamba ingessata, un altro non lo sapeva fare, l’altro ancora non voleva rovinarsi i pantaloni e quindi fui io a passare dall’altra parte”.
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