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il progetto
26 Giugno 2024 - 11:23
NAPOLI. La città musa, la città intelligente, la città viva, la città sostenibile. Ruota attorno a questi quattro fattori la Napoli che sarà. Un progetto, Nea-Polis”, che si propone di contribuire alla definizione della visione futura della città entro il 2025, affrontando temi cruciali per lo sviluppo sociale ed economico dell’area metropolitana napoletana al quale i costruttori napoletani vogliono dare il proprio contributo. “Grazie al lavoro svolto dell’amministrazione Manfredi, Napoli sta vivendo una stagione nuova e ci sembra utile contribuire allo straordinario fermento sociale e culturale che sta investendo il nostro territorio”, ha affermato il presidente dell’Acen, Angelo Lancellotti, nell’introdurre nella nuova sede dell’associazione a Palazzo Ruffo della Scaletta “Nea-Polis, la città che sarà”. L’iniziativa segna il pieno investimento in ambito culturale dell’associazione, “attraverso un progetto che ha l’ambizione di contribuire, da qui a fine 2025, alla definizione della vision della città con approfondimenti su temi che impattano sulla crescita sociale ed economica dell’area metropolitana di Napoli”.
Francesco Izzo, docente di Strategie e management dell’innovazione all’Università Luigi Vanvitelli e coordinatore scientifico del progetto, ha sottolineato che “Napoli è stata fonte di ispirazione per l’arte e le imprese culturali ma vive un grande paradosso: ha una capacità straordinaria di generare talento nell'industria creativa ma ha molta difficoltà nel trasformare questo grande serbatoio di talento in impresa”. Venendo al secondo asset del focus, la città intelligente, ha aggiunto: “Negli ultimi anni, la città è diventata una delle destinazioni privilegiate del turismo internazionale, il suo successo rischia però di diventare anche un fattore di crisi, fino a mettere in pericolo la relazione con la comunità che la abita”. In tal senso è intervenuta Anna Moretti, docente di Economia e gestione delle imprese Università Ca’ Foscari di Venezia.
“Il caso di Venezia è emblematico perché lo sviluppo turistico ha portato ad aspetti positivi ma anche a risvolti negativi in termini di tensioni tra residenti, istituzioni e turisti. Napoli non vive ancora una situazione di over tourism” e, dunque, ha concluso “si può intervenire per evitare di raggiungere questo livello critico attraverso la concertazione tra popolazione residente, istituzioni locali, organizzazioni e associazioni, i veri protagonisti di questi processi”. Per Jonathan Pratsche, docente di Sociologia dei processi economici della Federico II, “esistono una serie di luoghi comuni e leggende metropolitane sul turismo a Napoli, ma stiamo mettendo a disposizione del Comune e di altri attori una serie di dati più affidabili sul fenomeno. Sulla gentrificazione, per esempio, non ci sono dati che mostrino una massiccia fuga dei ceti bassi dal centro storico o uno spostamento dei ceti alti da quartieri come il Vomero, Posillipo e Chiaia verso il centro storico. Quello che si osserva è un processo di inserimento di attività commerciali e un tessuto che resta misto con un elevato mix sociale”. Un contributo su un’esperienza concreta di valorizzazione del territorio, quello del Rione Sanità, è stato portato da Susy Galeone, socia fondatrice della cooperativa La Paranza che ha evidenziato come, dal degrado a “caso studio” oggi per istituzioni nazionali e internazionali, il processo di rigenerazione urbana del quartiere sia riconducibile alla scelta di investire sull’imprenditorialità giovanile, “seguendo la via della cooperazione, coinvolgendo il mondo profit, investendo sulle pietre scartate che possono diventare testate d’angolo di un sistema di welfare generativo”.
Luciano Stella, produttore cinematografico, ha rilevato che l’immaginario dell’audiovisivo e la capacità di narrazione della città hanno raggiunto un apice mai raggiunto, dando una ulteriore spinta al turismo e all’immagine nel mondo della città. “Si è rafforzato il brand Napoli e si è costruita l’immagine di una città straordinaria, con un’identità che va sperimentata e vissuta”. A sostenerlo, anche il sindaco Gaetano Manfredi: “La Napoli che sarà è già la Napoli di oggi: in questi primi due anni e otto mesi abbiamo avviato numerosi cantieri, posto le condizioni per gli investimenti, elaborato una programmazione annuale che sta proiettando la città stabilmente tra le grandi capitali europee dandole il ruolo che meritava nel panorama nazionale e internazionale”.
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