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L'operazione
27 Giugno 2024 - 08:32
Fabio Pecoraro, Bernardo Torino, Carlo Perfetto, Luca Isaia, Salvatore Ronga, Francesco Abenante. In basso Pasquale, Antonio e Giovanni Scognamiglio, Gennaro Catone, Cesare Duro e Rosario Morisco
NAPOLI. Due omicidi chiariti, un clamoroso ferimento nel corso di due stese che si incrociarono, due clan che si contendevano il territorio dei Lo Russo a suon di agguati, estorsioni e possesso di armi. C’è metà codice penale nell’indagine di polizia e carabinieri sulla camorra di Miano e zone circostanti, cominciata nel 2021 e proseguita con continue scoperte fino all’esecuzione di ieri di 19 misure cautelari, di cui 18 arresti e un divieto di dimora.
Un vaso di Pandora dal quale sono emersi i gruppi Scognamiglio e Pecorelli-Catone, impegnati una guerra fratricida. Così, hanno pagato con la vita un vecchio e un giovane di malavita: Salvatore Milano e Antonio Avolio. Quest’ultimo non era manco il bersaglio principale: i nemici volevano uccidere Oscar Pecorelli “’o pastore”, ma lui non usciva mai di casa e ripiegarono su uno della cerchia.
Coordinati dalla procura antimafia, a condurre le indagini sono stati i poliziotti della sezione “Catturandi” della squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Marika Viscovo) con i colleghi del commissariato Scampia (dirigente Antonella Palumbo, commissario e vice dirigente Lorenzo Stabile) e i carabinieri della compagnia Vomero mentre in alcune circostanze si è mosso pure il personale dei commissariati di Giugliano e Anzio e della Mobile di Perugia.
Le manette sono scattate all’alba di ieri e tutti gli indagati devono essere assolutamente ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Il 22 aprile 2021 Salvatore Milano detto “Totore ’o Milan” stava bevendo un caffè in un bar di Miano quando, nella ricostruzione dell’accusa, Carlo Perfetto segnalò la sua presenza ai soci in appostamento armati nei dintorni.
Poco dopo entrarono nel locale Giovanni Scognamiglio e Fabio Pecoraro, sparando entrambi sul bersaglio, affiliato ai Lo Russo in buoni rapporti con i Pecorelli-Catone. Per l’omicidio sono indagati anche Salvatore Ronga e Bernardo Torino. I presunti esecutori materiali ovviamente rispondono pure di porto e detenzione di arma da fuoco.
Era il 24 giugno 2021 e sia pur con atteggiamento circospetto, Antonio Avolio girava in scooter. Non si insospettì notando che si avvicinava a lui Luca Isaia, quindi non ebbe il tempo di tentare una fuga. Fu centrato alla testa e morì all’istante, cadendo pesantemente dal mezzo.
Dell’agguato sono accusati, oltre al presunto sicario, Emmanuele Palmieri, Fabio Pecoraro, Salvatore Ronga, Pasquale, Antonio e Giovanni Scognamiglio, padre e figli. Prima del delitto ci sarebbe stato un summit da cui emerse la volontà di ammazzare Pecorelli “’o pastore” (cugino dell’omonimo ras detenuto detto “’o malommo”, che nulla c’entra nella vicenda). I destinatari della misura cautelare sono stati arrestati a Napoli, tranne Catone ad Anzio e Francesco Abenante a Perugia, entrambi presi dai poliziotti della Catturandi.
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